Serie A: Le romane vedono la Champions, Pasqua amarissima per Napoli e Inter. Il Cesena non molla

Smaltita la pausa per le Nazionali, gli appassionati di calcio del Bel Paese hanno trascorso il sabato santo davanti al teleschermo per la 29ª giornata di Serie A: tutta una tirata dalle 12.30 in poi, eccezion fatta per i 90 minuti intercorsi tra la fine delle gare pomeridiane e il Fiorentina-Samp allestito per l’aperitivo.

Passerà una Pasqua amarissima il Napoli, che all’ora di pranzo ha trovato nell’uovo il destro chirurgico di Miralem Pjanic, sorpresa infausta. La Roma non vinceva all’Olimpico dalla Grande Guerra, è tornata a farlo nell’occasione più importante, sbattendo praticamente fuori dalla corsa Champions gli azzurri. Quando al termine del campionato mancano appena nove partite, immaginare una rimonta partenopea sulle romane (Lazio a +8, giallorossi a + 9) appare quantomeno azzardato. Benitez in croce (non è il solo tecnico, come vedremo),  l’incertezza sul suo futuro alla fine sta producendo i temuti effetti collaterali. Annata totalmente fallimentare? Non ancora. Portare a casa la Coppa Italia costituirebbe non più di un consommé. A contare è solo la qualificazione alla prossima edizione della ex Coppa dei Campioni e, a questo punto, è rimasta una sola strada per centrare l’obiettivo: vincere l’Europa League, che da quest’anno garantisce l’ambito pass. Un traguardo sulla carta alla portata del Napoli, a patto che Rafa ritrovi il bandolo della matassa a livello motivazionale. Oltretutto la prospettiva di una stagione senza Champions potrebbe dare il là a più di un mal di pancia, occhio in primis a Gonzalo Higuain.

Abbondante la scorpacciata delle 15: due i risultati, nello specifico i pareggi, da evidenziare a tinte fluo. Straordinaria la remuntada del Cesena al Bentegodi, dal 3-0 al 3-3, nel giro di undici minuti, dal 70′ all’81’, si è passati dal De profundis all’Alleluia, giusto per restare in tema mistico. I romagnoli non mollano, contro il Verona del sempreverde Luca Toni l’ennesima riprova in tal senso. I limiti tecnici esistono, inutile negarlo, ma fino alla fine la banda Di Carlo farà la corsa sull’Atalanta facendo leva sul collettivo, nella speranza che gettare il cuore oltre l’ostacolo sia sufficiente per raggiungere la salvezza. Anche perché gli orobici, ieri sconfitti in casa dal Toro, continuano a viaggiare in folle, a stento ingranano la prima.

Capitolo Inter. Già in passato ci si era soffermati sull’andatura balbettante della Beneamata, anche in altri passaggi intermedi la media punti sorrideva al defenestrato Mazzarri. Però c’è un limite a tutto: non riuscire ad avere la meglio del disastrato Parma è intollerabile. Mancini – ecco l’altro mister in croce – era arrivato ciarlando di zona Champions, poi ha abbassato l’asticella parlando di Europa League e adesso non gli è rimasto che guardare il flop a tutto tondo: niente impegni infrasettimanali il prossimo anno. Recite come quella contro i crociati, da ammirare per impegno e professionalità, riportano all’Inter d’inizio millennio, quella che Marcello Lippi, nella sua brevissima parentesi in nerazzurro, voleva prendere – testualmente – “a calci in culo” nello spogliatoio. Il Mancio deve cambiare registro, pensare al presente e non a quel che sarà, dato che per sua sfortuna siamo ancora ad aprile e non a luglio.

Procedendo innanzi, importantissimi i blitz esterni di Lazio e Milan. Il primo per motivi di classifica, dal momento che il successo del Sant’Elia ha consentito ai biancocelesti, sempre più convincenti, di consolidare ulteriormente il terzo posto e restare in corsia di sorpasso, con gli odiati cugini sempre a un tiro di schioppo. Pioli ha costruito un giocattolo perfetto, sfruttando alla perfezione il capitale umano messogli a disposizione da Lotito e Tare, chiamati adesso a resistere ai prevedibili assalti per i pezzi da novanta Felipe Anderson, De Vrij e Biglia.

Il secondo per le implicazioni psicologiche che un minimo di continuità comporta. Sia chiaro, anche la stagione del Milan è quasi compromessa, per riaprire i giochi europei servirebbero altri passi falsi del Napoli. Ma per lo meno la fiammella resta viva e a Pippo Inzaghi, per il prosieguo della carriera, un po’ di fiducia non guasta.

Genoa-Udinese, conclusasi in parità, e Sassuolo-Chievo, terminata con la vittoria di misura dei padroni di casa, non pesavano molto nell’economia del campionato.

Al contrario di Fiorentina-Sampdoria, spareggio con vista Europa risolto a favore dei viola dagli acuti di due acquisti di gennaio, Alino Diamanti e Mohamed Salah. Trequartisti che hanno aggiunto quel pizzico di imprevedibilità in più al canovaccio di Montella, entrambi da riscattare quanto prima. Gomez e compagni accusano un ritardo di 6 punti dalla terza piazza, ma il finale di stagione, che li vede ancora in corsa su tre fronti, può riservare loro tante soddisfazioni. A partire da domani sera, quando le luci dell’Artemio Franchi si riaccenderanno per la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Juventus. Per Madama ribaltare il 2-1 dell’andata sarà difficile, ma Allegri, che riavrà a disposizione Marchisio dopo la pantomima della settimana scorsa in Nazionale, confida nelle qualità da indomito trascinatore di Carlos Tevez. Anche ieri sera contro l’Empoli, nell’unico posticipo in calendario, l’argentino capocannoniere è stato decisivo confezionando un gol e tre quarti: la primavera bianconera passa dai piedi dell’Apache, per lo scudetto c’è soltanto da aspettare il conforto dell’aritmetica.

@JodyColletti

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