Calcio Lega Pro, Messina affondato. E’ serie D (fotogallery)

Messina-Reggina 0-1

Marcatori: Balistreri(R,43’st)
Messina: Berardi, Silvestri, Benvenga, Pepe, Stefani(Donarumma1’st), Nigro(Damonte,39’st), Izzillo, Mancini(Bonanno,32’st), Corona, Orlando, Ciciretti
Reggina: Belardi, Ungaro, Di Lorenzo, Salandria, Cirillo, Aronica, Armellino(Velardi,32’st), Zibert, Viola(Magri,15’st), Insigne(Balistrieri, 34’st), Benedetti
Arbitro: Daniele Martinelli di Roma 2, coadiuvato dagli assistenti Giovanni Baccini di Conegliano e Dario cecconi di Empoli
Note: Ammoniti Ciciretti (M,11’pt), Pepe (M,20’pt), Stefani(M,32’pt), Zibert (R,42’pt), Belardi(4’st), Benvenga(35’st); Espulso Benedetti(R,10’st), Aronica(R,44’st)

E’ finita. Il doppio confronto da ragione alla Reggina. Vincono gli amaranto, vincono in un play out che non doveva nemmeno giocarsi. Ai giallorossi vanno comunque gli applausi per quanto visto oggi in campo, non certo per l’indecorosa stagione disputata: in fondo se è finita così il merito è anche e soprattutto del Messina. Il verdetto è ufficiale: è serie D. Il futuro è nero.

La cronaca. Di Costanzo si affida al 4-4-2, rinunciando ad Altobello, schierando Benvenga a destra e Silvestri a sinistra, e Damonte, che pure era stato fra i migliori al Granillo, per far spazio ad Izzillo; in avanti Orlando accanto a Corona. Sul fronte reggino, Di Michele inizia la gara dalla panchina, ma Tedesco schiera un 4-4-2 speculare al modulo giallorosso. Il Messina si approccia bene alla partita: atteggiamento aggressivo, i giocatori lottano su tutti i palloni, le “botte” non mancano. E’ il derby, signori. Prima azione pericolosa al 6′, quando Corona prova un tiro a giro dall’area piccola, ma il pallone termina alto. La Reggina si fa viva al 13′ con il suo uomo più pericoloso, Roberto Insigne: conclusione innocua. Ancora Corona, cinque minuti dopo, prova a girarsi in porta ma l’azione viene fermata per fuorigioco. La palla gol più clamorosa è però amaranto: al 21′ Berardi esce a vuoto su un cross proveniente da calcio piazzato, Ungaro di testa non inquadra la porta da posizione favorevole. Il Messina ha il possesso palla dalla sua ma, come successo nella seconda frazione all’andata, non riesce a produrre pericoli per la porta di Belardi. La Reggina, abile sulle ripartenze, ogni qual volta viene avanti da l’impressione di poter ferire la retroguardia giallorossa ed al 43′ Insigne si porta dietro tre uomini, salvo poi concludere con un tocco sotto fuori misura. Termina così la prima frazione, con tensioni nel tunnel degli spogliatoio fra i giocatori di entrambe le fazioni.

Ad inizio secondo tempo i supporter giallorossi esagerano con il lancio dei fumogeni: gara sospesa per qualche secondo; alla ripresa Ciciretti insidioso da calcio piazzato, si distende Belardi; poco prima provvidenziale Benvenga sulla ripartenza veloce di Insigne. Al 10′ l’episodio che potrebbe dare un svolta a questa partita: ingenuo il fallo di Benedetti che si fa espellere per doppio giallo. Al 13′ Donnarumma sfonda la corsia su suggerimento di ciciretti e mette in mezzo un pallone tesissimo che per poco Cirillo non devia sulla sua porta: sul seguente calcio d’angolo incredibile cosa riesce sprecare Benevenga calciando alto da una sorta di rigore in movimento. Tra le soluzioni c’è quella del tiro dalla distanza: ci provano tra il 23′ ed il 24′ prima Donnarumma e poi Silvestri, la porta però non viene colpita. Grande spunto personale poi al 26′ di Ciciretti che penetra da destra, salta due uomini e prova ad infilare Belardi sul primo palo, sfiorando il palo. Sale la tensione, scorrono i minuti inesorabili. E’ un assedio: al 32′ Orlando è libero di colpire di testa ma neanche questa volta il pallone inquadra la porta. Solo un minuto dopo grande girata di destro dell’ex Aversa ma Belardi compie il miracolo e sventa il pericolo. Al 43′ il buio più profondo: crossi di Zibert, Balistreti batte Berardi. Sul finale solo tanto caos, l’espulsione di Aronica e gli uomini della celere in campo per le intemperanze dei tifosi peloritani, evidentemente delusi per quanto successo. E’ l’epilogo più triste di una storia beffarda. E’ Serie D. @RobertoFazio (foto di @RobertoTavilla)

 

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