Caso Parmaliana: confermata in appello la condanna per l’ex procuratore Cassata

Colpevole di aver infangato la memoria del professore Adolfo Parmaliana per aver diffuso un dossier diffamatorio nei confronti del docente universitario suicidatosi nel 2008. La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha confermato la condanna nei confronti dell’ex procuratore generale di Messina, Franco Cassata, che dal giudice di pace  era stato ritenuto colpevole di diffamazione e punito con una pena quantificata in 800 euro di multa ed il risarcimento del danno ai familiari dello stesso Parmaliana.

Secondo quanto accertato dai magistrati, l’ex procuratore barcellonese ha diffuso un dossier, a lui riconducibile, che è stato giudicato diffamatorio nei confronti del docente. La parte civile era rappresentata in giudizio dagli avvocati Biagio Parmaliana, Fabio Repici ed Anna Maria Cicero.

Nella sua “ultima lettera”, prima di compiere il gesto estremo che lo ha portato a lanciarsi da un viadotto dell’A20, il professore (esponente dei Ds, di cui era segretario a Terme Vigliatore, dove grazie alle sue denunce fu sciolto il consiglio comunale per mafia) scriveva: « La Magistratura barcellonese/messinese vorrebbe mettermi alla gogna vorrebbe umiliarmi, delegittimarmi, mi sta dando la caccia perché ho osato fare il mio dovere di cittadino denunciando il malaffare, la mafia, le connivenze, le coperture e le complicità di rappresentanti dello Stato corrotti e deviati. Non posso consentire a questi soggetti di offendere la mia dignità di uomo, di padre, di marito di servitore dello Stato e docente universitario. »

 

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