In carcere per tentato omicidio allevatore di San Fratello: sparò contro il fratello tre colpi di fucile

Rimarrà in carcere Ignazio Mancuso, l’allevatore che dopo aver sparato al fratello ha cercato la fuga nei boschi e si è poi costituito ai carabinieri. Nell’udienza avvenuta davanti al Gip Dott. Molina, al Tribunale di Patti,  non solo si è convalidato il fermo ed applicata la misura cautelare dell’arresto in carcere ma si è anche ricostruita l’azione dell’uomo che si è presentato presso il Comando Stazione di San Fratello (ME), accompagnato dal proprio difensore di fiducia Avv.to Pruiti.

A scatenare la lite tra fratelli un movente  futile: l’ impedirgli di liberare due cavalli in un’area recintata di comproprietà dei fratelli ( un tempo gestita dai genitori ora deceduti).

Ignazio Mancuso, dopo aver minacciato di morte i denuncianti, era passato alle vie di fatto.

E così, imbracciato il fucile che deteneva illegalmente (agli atti non v’è traccia di alcuna denuncia di detenzione armi e munizioni a suo nome), una doppietta, caricata a pallettoni, esplodeva tre colpi.

Il primo all’indirizzo del ragazzo ed i restanti due all’indirizzo del fratello. Secondo quanto ricostruito dai militari,  mentre Ignazio Mancuso si trovava all’interno del casolare, aveva notato arrivare i due a bordo di un fuoristrada Toyota a cui era agganciato un carrello che trasportava due cavalli. Parcheggiata l’auto nella strada prospicente il terreno in uso alla famiglia Mancuso, i due si erano limitati a restare all’esterno del recinto: mentre il giovane faceva scendere i cavalli dal carrello, Giuseppe MANCUSO cominciava le operazioni di sganciamento del carrello dalla jeep.

Il tutto avveniva fra le minacce del fratello Ignazio che, rimanendo all’interno della proprietà, intimava loro – a pena di morte – di non fare entrare i cavalli nel terreno. Tra i due fratelli i rapporti erano già deteriorati da anni ed il motivo era legato proprio al lascito ereditario del fondo agricolo in cui si sono verificati i fatti.

Così mentre Ignazio intimava ai due di non fare accesso all’interno della proprietà, questi ultimi continuavano  senza dare peso a quelle minacce, finchè ad un tratto, recuperato un sacco bianco dal casolare, l’allevatore ha imbracciato un fucile tipo doppietta, esplodendo tre colpi:  il primo all’indirizzo del ragazzo che si trovava ancora sulla stradina posta al di sopra dell’area recintata (costituita dal casolare e dal vasto terreno di proprietà dei Mancuso);  il secondo – in successione – indirizzato al fratello che, invece, era nella stessa strada, in alto, ma più a sinistra (rispetto la prospettiva del fratello Ignazio); il terzo, sempre indirizzato al fratello ed esploso quando il germano, resosi conto che era scappato con l’auto verso la parte della strada che era senza sbocco, decideva, per salvarsi e non restare intrappolato, di tornare indietro, e perciò, gli passava nuovamente davanti.

Per questo da subito i carabinieri si erano resi conto della pericolosità dell’uomo che utilizzava, nel compiere la sua azione, un’arma non denunciata.

Ma all’arrivo dei militari Ignazio MANCUSO si era già dato alla fuga nei boschi, lasciando sul posto  il proprio telefono cellulare (verosimilmente per non essere intercettato e localizzato) e l’autovettura a lui in uso: un Mercedes ML 270.

Dopo una perquisizione domiciliare è scattata una vera caccia all’uomo: da giorno 2 fino alla serata del 5 luglio scorso l’Arma Stefanese ha avviato le ricerche tra l’abitazione, il casolare, e diverse zone boschive di San Fratello: Passo dei Tre, Contrada Piano Volpe, Contrada Cerasa, Piano del Vescovo e Artiazze.

Le attività, che hanno visto impegnati carabinieri del NOR di Santo Stefano e della Stazione di San Fratello, sono state svolte facendo ricorso all’ausilio di tre unità cinofile ed al servizio aereo del Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia.

Mentre si stavano organizzando nuove e più importanti azioni di ricerca, il pastore, sentitosi braccato, si è costituito consegnando l’arma usata per la sua azione: un vecchio fucile a doppietta con matricola abrasa con ancora due colpi in canna. I Carabinieri lo hanno condotto presso la Casa Circondariale di Messina-Gazzi.

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