All’Expo Dimitri Salonia racconta i mercati siciliani attraverso le sue tele

Molto apprezzati al Cluster Bio Mediterraneo Sicilia dell’Expo i mercati siciliani illustrati nelle opere del pittore messinese Dimitri Salonia, che ha presentato la mostra “I mercati siciliani e l’Arte”. Riprodotta anche attraverso un video multimediale l’atmosfera dei mercati con suoni, colori e grida che hanno fatto vivere ai presenti il calore della Sicilia.

Salonia e l’artista Lidia Monachino della Scuola Coloristica Siciliana realizzeranno ad Expo nei prossimi anche una grande tela sui mercati da donare alla Regione Sicilia Presentato inoltre,  un progetto artistico per far risorgere almeno dal punto di vista sociale la ‘Vucciria’, mercato storico di Palermo ormai quasi abbandonato. La mostra dopo Expo partirà per un tour mondiale che toccherà la Russia, il Giappone, la Germania, gli Emirati Arabi, gli Stati Uniti e la Cina.

Diffondere nel mondo i sapori siciliani, e raccontare con i colori uno spaccato della Sicilia come i mercati fulcro di tradizioni, socialità e passioni. Allo stesso tempo far ritrovare la convivialità, l’allegria, l’identità, della Vucciria, Ballarò e del Capo di Palermo, attraverso un progetto artistico che  prenderà vita nelle prossime settimane. E’ questo l’intento della mostra organizzata dalla Fondazione Salonia al Cluster Bio Mediterraneo dell’Expo di Milano, e presentata ieri in conferenza stampa in piazzetta Sicilia. La mostra Resterà all’esposizione universale fino all’undici ottobre, e poi partirà per un tour mondiale toccando Dubai, Mosca, New York, Nuova Deli, Berlino, Tokyo e Shangai.

salonia_expo1Salonia, che da decenni rappresenta nelle sue opere i mercati e il cibo da strada della Sicilia, ha parlato durante la conferenza stampa anche del significato etnoantropologico di questi luoghi spiegando: “Sono una rappresentazione rituale che permette di creare un’anima sociale. Con i pastelli ho scritto del colore sofferto dell’ultimo mercato, ho registrato il calore variopinto del suono delle sue voci, ho fermato il brillio variopinto e gioioso della merce di prima scelta e quello smorto della privazione, ho registrato il colore acceso delle grida di “banniata” e quello arrabbiato della concorrenza, ho visto  con l’anima e con i sensi il rosso dei teloni e il grigio della pioggia, trafitti da un raggio di sole, ho sentito le acri tinte del marcio degli scarti e dell’olezzo dei rifiuti. I mercati hanno smascherato la tragica allegria, analizzando le reti misteriose e molteplici  dell’anima malinconica dei siciliani. Ho fermato il perpetuarsi e l’espandersi di quel grido di mercati lacerati dal tempo, ancora vivo sotto i rossi ombrelloni che immersi e sommersi nella solitudine di un apparente letargo, si accendono di qualche rara figura di un uomo e di donna, fino a creare l’animazione di una folla ancora muta, dove il singolo si perde in trasparenze luminose”.

L’artista messinese, fondatore della Scuola Coloristica Siciliana, conosciuto in ambito internazionale e quotato nelle migliori riviste d’Arteha rappresentato nelle sue opere  la Sicilia con le sue contraddizioni: “una terra scaldata dal sole – spiega – e infiammata da forti passioni, confortata da una natura di straordinaria bellezza e dilaniata dall’insofferenza umana. Nella serie dei mercati presentati all’Expo c’è anche per Salonia un voler dire qualcosa di sé: un’autobiografia scritta all’ombra della memoria. Sotto e sopra quegli ombrelloni, Salonia spiega difatti di aver vissuto esperienze che lo hanno segnato, maturato, cambiato.

Ritrovo – spiega – in questa serie di quadri il senso della vita vissuta, osservata, ascoltata, la vita che ti colpisce, che ti inquieta, che ti inganna e ti sorprende”. “I colori dei mercati – spiega ancora Salonia – mi hanno accolto bambino quando avrei mangiato anche solo il profumo delle mandorle coperte di zucchero e hanno svegliato la mia nostalgia quando anche lo zucchero acquista un sapore amaro. Ho ripescato nei miei ricordi un calore, un sapore, un odore che a poco a poco si stanno perdendo sui banconi a norma Cee, con i prezzi fissi che cancellano la contrattazione: quel sale e pepe dialettico, recitato con maestria da ambulante e acquirente per poter pensare, almeno una volta, di aver gabbato il fato”. 

Salonia spiega anche la funzione sociale dei mercati: “E’ una scuola di pensiero e di vita, è un agorà protetta, dove gli incontri e gli scambi culturali si nascondono nella borsa della spesa. E così si impara che  il denaro non compra tutto, che il tempo è galantuomo e che con la paglia maturano anche le nespole, una lezione spicciola di vita ma ricca di antica saggezza, quella saggia consapevolezza del nostro passato, che ci permette di affrontare con filosofia anche un destino complicato”. I

nfine Salonia si sofferma sulle banniate, le grida dei venditori ambulanti spiegandone la teatralità: “Quell’urlo lacerante di quella bocca aperta in una smorfia di dolore represso è muto tra le grida degli imbonitori. Il mercato diventa teatro di misfatti che nessuno sente, nessuno vede e nessuno dice: è la vita che diventa un’arena, dove si combatte una guerra eterna tra la sensibilità e la grettezza, tra il vivere e l’osservare, tra il costruire e il disgregare. E come su un palcoscenico, nella vita si recita a soggetto, ognuno prende la sua strada e cammina da solo, e il turbinio delle passioni detta il dialogo e, si scateni il plauso, si istighi il biasimo, si deve essere sempre capaci di improvvisare”. Durante la conferenza stampa anche Lidia Monachino si è soffermata sul valore cibo da strada spiegando: “E’ nato come il cibo dei poveri, ma poi è stato apprezzato da tutti ed è forse l’unico che ancora segue ricetti e gesti tradizionali” . Sul progetto del tour itinerante mondiale e su quello di recupero della Vucciria Salonia e Monachino hanno spiegato: “E’ nostro dovere non far perdere queste tradizioni che tra l’altro rappresentano l’identità multiculturale della Sicilia perché sono mercati che hanno origini arabe e angione allo stesso tempo, ma soprattutto nel mondo vogliamo far ammirare i colori della Sicilia che sono unici perché rappresentano fierezza e amore, eù inquietudine e creatività. Stiamo lavorando per far partire il tour dalla Vucciria di Palermo, creando lì un’installazione artistica in modo che possa  attirare l’attenzione dei turisti e spinga le istituzioni a valorizzare questo luogo e farlo rivivere con i fasti di un tempo”.

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it