L’affaire Collereale: dieci firme “contro” La Piana. Sull’eredità pende l’esito della ricognizione

Mons. La Piana non ha rinunciato, ma non ha nemmeno ancora accettato l’eredità Bertolami. E’ quanto si scopre analizzando bene le carte, che, nella loro completezza, non aggiungono nulla di nuovo a quanto già descritto. La legge, infatti, prevede che possano passare fino a 10 anni per decidere se accettare il lascito, e in questa fase è in corso una ricognizione dell’eredità complessiva, affidando all’avvocato Alberto Vermiglio, nominato dal Tribunale, l’esecuzione del testamento.

Ma cercando di ricostruire il clima avvelenato che ha preceduto le dimissioni di La Piana, si scopre che la questione più spinosa che il prelato ha affrontato, riguarda piuttosto una feroce polemica interna al clero, sulla gestione di Collereale e una transazione da 920 mila euro datata 08.03.2014 tra la Curia e i Padri Rogazionisti. Una vicenda che risale agli anni 50 e che riguarda la responsabilità di accudire i preti anziani e malati, che ha portato ad un contenzioso chiuso tra le polemiche, con la “scomparsa” della cosiddetta “casa del clero”. I Rogazionisti si impegnavano “in perpetuo” – a fronte delle donazioni immobiliari ricevute da Mons. Paino– a provvedere gratuitamente alle esigenze dei presbiteri ospitati nella erigenda Casa del Clero.

Le tappe di questa storia sono state elencate in un blog di denuncia sorto all’interno della diocesi, in cui da agosto del 2015, sono stati pubblicati diversi documenti, che testimoniano i dissapori e la presenza di fazioni tra i prelati.

“Vogliamo sensibilizzare tutte le persone (specialmente i preti) a prendere coscienza dello “scippo” perpetrato ai danni del Clero peloritano per mezzo della transazione sottoscritta dal vescovo Calogero La Piana e i PP. Rogazionisti con la quale è stata soppressa la Casa del Clero”, scrive il gruppo, composto da  Don Salvatore Alessandrà, Don Franco Arena, Don Gaetano Clemente, Mons.Eugenio Foti, Don Fortunato Malaspina, Don Agatino Osa, Don Domenico Rossano, Don Ettore Sentimentale, Don Domenico Siracusa, Don Santi Gigante.

E’ il 19 marzo 2014 quando viene redatta una dura lettera indirizzata a Mons.Pietro Aliquò, segretario del consiglio presbiteriale diocesano di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, e inviata singolarmente anche ai membri del Consiglio Diocesano Pastorale, dal  gruppo di anziani prelati, che hanno scelto come portavoce Don Rossano (parroco di Larderia e rettore del Santuario di Dinnammare). E’ il primo “affondo” nei confronti di Monsignor La Piana.

Ecco il testo integrale: 

“Consapevoli di essere membri del presbiterio della Diocesi in cui svolgono il loro ministero e di dovere sinceramente collaborare con esso” (Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri, 2013,34; d’ora in avanti Dir.”,

a seguito del cambio di denominazione della “Casa del Clero”, da decenni collocata presso il Pio Ospizio di “Collereale”, cambiamento avvenuto nel silenzio generale e che ha implicato una trasformazione dello stato “giuridico-amministrativo” della stessa, reso noto dalle etichette apposte alle porte dei confratelli, sulle quali si legge “Residence Gardenia”, operazione che ha comportato anche la transazione finanziaria fra i Padri Rogazionisti e la Diocesi Peloritana, con la cessazione della convenzione stipulata “in perpetuo” (una contraddizione in se?) fra le suddette parti,

lungi dalla tentazione del democraticismo e dell’egualitarismo (Dir.26), promotori di un rapporto schietto con il Vescovo (Dir.23), mossi dal calore dell’amicizia, dell’assistenza affettuosa, dell’accoglienza, della correzione fraterna (Dir.36), volendo agevolare le responsabilità personali di ogni presbitero nell’espletamento del ministero particolare (Dir.37),

i sottoscritti presbiteri chiedono che il Consiglio Presbiteriale Diocesano ( CPD)

organismo che a norma del CJC 500, 2 “deve essere sentito negli affari di maggiore importanza” (….omissis) si adoperi a fare piena luce su tutto quello che riguarda la nuova situazione della “Casa del Clero” e nel dettaglio chiedono di conoscere (omissis) se il Consiglio Pastorale sia stato consultato nello specifico di questo cambiamento (avvenuto circa un anno addietro) e in tale ipotesi da quale verbale si può rintracciare l’avvenuta consultazione.

Dai vari resoconti pubblicati sui vari organi ufficiali di stampa della diocesi, emerge che il tema della “Casa del Clero” è stato ampiamente dibattuto e addirittura molteplici volte sono stati avanzati suggerimenti e progetti per una “Casa del Clero” più rispettosa della dignità umana e religiosa dei preti anziani e/o malati.

2 –I firmatari chiedono inoltre il “senato del Vescovo” (perché secondo lo stesso documento della Congregazione del Clero, al n.4 si legge “nulla sarebbe da escludere dalla competenza del Consiglio) a chiedere i motivi che hanno spinto il Vescovo o chi per lui a intraprendere questa nuova realtà.

3 – Per assicurare la trasparenza amministrativa negli affari della Chiesa, tanto auspicata da papa Francesco,  gli scriventi sollecitano i fautori di questa decisione ad assumersi tutte le pertinenti responsabilità di fronte a Dio, ai confratelli e alla comunità, sia nell’immediato che nel futuro e che gli stessi si facciano promotori della pubblicazione sul Bollettino Ecclesiastico Diocesano di tutti i verbali concernenti i relativi passaggi di tale operazione (amministrativi, canonic, etc…) con gli attinenti permessi delle autorità preposte al caso in questione.

4 – I sottoscritti si dichiarano solidali con i confratelli ospitati nella struttura di cui sopra, comunicano di aver raccolto il disagio di alcuni e appoggeranno questi ultimi nelle probabili controversie legali, causate da eventuali malesseri psicofisici che potrebbero alterarne l’equilibrio mentale e relazionale.

5- Gli scriventi, secondo quanto premesso dal CJC e dal Diritto Civile, si riservano di ricorrere ai Supremi Organi Competenti al fine di ristabilire la verità e la giustizia in tutte le sedi.

6 – I sottoscritti si augurano che l’urgenza e la delicatezza della questione in oggetto, possa far inserire il tema della “Casa del Clero” fra gli “odg” della prossima seduta del Consiglio Pastorale Diocesano

7 – Al fine di facilitare la comunicazione, i firmatari eleggono Don Domenico Rossano come loro portavoce.

Dopo questa missiva seguiranno altre azioni, fino alla richiesta di inviare una ispezione da parte del Vaticano.

Collereale è una casa di ospitalità che comprende una casa di riposo, un reparto protetto, un residence e che offre servizi di assistenza e ricovero. Presidente è Mons. Nino Caminiti, vicepresidente Mons. Salvatore Trifirò e il consiglio di amministrazione è composto dal Dott. Rocco DELLA CAVA e da P.A.  Ignazio LEMBO.

Spulciando tra le deliberazioni del 2015 un dato ci appare molto rilevante: il “Conferimento incarico legale relativo a opposizione a cartella esattoriale n. 29520150006665103 – Ires anno 2010 – di € 446,591,55 – notificata il 27.03.2015 da Riscossione Sicilia spa”.

Considerando che l’Ires è una imposta sul reddito attivo, verosimilmente il denaro guadagnato in un anno dalla Pia Opera supera il milione di euro. (@PalmiraMancuso)

 

 

 

 

 

 

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