La Diocesi saluta Mons. Ignazio Cannavò, “pastore delicato e sensibile”

Duomo gremito per l’ultimo saluto all’Arcivescovo Emerito Ignazio Cannavò, morto lo scorso 19 ottobre. A celebrare la Messa solenne, a cui hanno partecipato molti cittadini, il vescovo Raspanti, attuale amministratore apostolico della Diocesi.

Ieri sera la salma era giunta in Cattedrale, dove si è svolta una sentita veglia di preghiera.

L’arivescovo emerito era molto amato, e di lui traccia un ricordo affettuoso Mons. Giacinto Tavilla Direttore del periodico diocesano “La Scintilla”, che pubblichiamo di seguito integralmente.

“Si è spento serenamente, concludendo il suo cammino terreno per vivere la pienezza della sua esistenza in Cristo e celebrare la liturgia del cielo.

Con la mitezza e la riservatezza che sempre lo ha contraddistinto, ritorna alla Casa del Padre all’età di 94 anni, dei quali più di 70 spesi per il Signore e la Chiesa del sacro ministero.

Nella serata di domenica 18 ottobre, ad Aci S. Antonio, diocesi di Acireale – sua Chiesa d’origine – si addormenta nel sonno dei giusti, per continuare a risplendere in Cristo sommo ed eterno sacerdote come luce per questa Chiesa che ha amato e servito dal 1977 al 1997, quando gli successe nel governo pastorale l’Arcivescovo Giovanni Marra.

Nato a Fiumefreddo di Sicilia il 5 novembre 1921, è stato ordinato sacerdote il 5 novembre 1944. Eletto Vescovo ausiliare di Acireale il 24 ottobre 1970, viene consacrato il 13 dicembre dello stesso anno. Il 21 febbraio 1976 è nominato coadiutore dell’Arcivescovo di Messina, il Servo di Dio Mons. Francesco Fasola. Diviene Arcivescovo di Messina il 3 giugno 1977, ricevendo il pastorale – segno del governo del Pastore – dall’Arcivescovo Fasola nel contesto del pontificale in onore della celeste Patrona della diocesi, la Madonna della Lettera. Conclude il suo ministero apostolico a guida dell’Arcidiocesi nel 1997.

20 anni contraddistinti dalla sua prima lettera pastorale rivolta al clero e ai fedeli della Chiesa messinese “Da una pastorale di conservazione ad una pastorale missionaria”. Anni segnati dal suo motto episcopale “In Verbo tuo”, riponendo fiducia nella Parola del Signore che chiama e manda. Anni di impegno e di progressiva presa di coscienza del cammino della Chiesa accompagnata dalla sua austerità, dalla sua mitezza, dal suo brillante acume, dalla sua cultura e dalla sua umiltà. Come non ricordare eventi di grande coinvolgimento come la visita del Papa San Giovanni Paolo II nel 1988 in occasione della canonizzazione della clarissa messinese Eustochia Smeralda Calafato e la Peregrinatio Mariae del quadro della Vergine Maria di Montalto per tutto il territorio diocesano, coinvolgendo tutte le componenti ecclesiali. Come non ricordare l’annuale appuntamento del 13 dicembre nel vedere i giovani stringersi con affetto al proprio Arcivescovo per camminare con lui con rinnovato slancio.

Con i più di sessanta sacerdoti diocesani ordinati, senza contare i presbiteri religiosi e i diaconi, l’Arcivescovo Cannavò ha dato una forte impronta alla Chiesa diocesana. Anche l’attenzione alle periferie hanno visto la Chiesa locale impegnata e guidata dal suo pastore in prima linea come la volontà di costruire la chiesa della Madonna delle Lacrime in Santo-Bordonaro e l’avvio della costruzione di quella di S. Eustochia in contrada Citola – Annunziata.

Uomo pronto al dialogo e al confronto, pastore delicato e sensibile con la sua parola decisa seppur pronunciata nella discrezione ha segnato il cammino della storia ecclesiale e sociale di Messina. Il 4 novembre dello scorso anno, per la singolare ricorrenza del suo 70° anniversario di sacerdozio, ad Aci S. Antonio, presso l’O.A.S.I. Maria SS. Assunta tanti cuori – presenti ed assenti solo fisicamente – si sono uniti nel rendere grazie per il dono della presenza dell’Arcivescovo Ignazio, il quale rivolgendosi ai presenti e alla Chiesa che ha continuato ad amare ha dato un ulteriore insegnamento come consegna: rendere grazie e invocare il perdono, grazie e miserere.

Questa consegna trovi terreno fertile nel cuore della Chiesa di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela e le parole pronunciate riecheggino per tutti come monito della tenerezza del suo cuore: E dopo l’esercizio di questo mio ministero introducimi dove non meriterei di essere introdotto, ma confidando nella tua parola, o Maria, spero di essere introdotto per continuare a dire a Gesù la mia riconoscenza, il mio amore, cantare il mio amore per l’eternità, cantare insieme a te, o Maria, la bontà che mi hai usato durante questa vita e che esprimerai definitivamente nel momento in cui mi riunirò col figlio tuo. Amen”.

 

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