Quando il 118 era il “regno di Bengodi”: patteggia due anni l’ex presidente della Si.Se Stagno D’Alcontres

Spese eseguite con la carta di credito della Si.Se. (Siciliana Servizi Emergenza spa) su cui la magistratura ha voluto vederci chiaro. Si e’ concluso ieri con un patteggiamento, un’assoluzione e una trasmissione di atti, il processo per i casi di peculato nella gestione del ‘si.se-118′ a Messina tra il 2009 e il 2010.

Tre gli indagati sulla cui posizione ha deciso  in udienza preliminare con il rito ordinario il Gup Monica Marino.

Ha patteggiato a due anni di reclusione con pena sospesa, l’ex presidente del cda del Si.Se (siciliana servizi emergenza spa), Guglielmo Stagno D’alcontres , a cui già nel 2010 è stata revocata la Medaglia d’Oro al Merito della Croce Rossa Italiana dal Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca, che definì il “Sise” come il “regno di Bengodi”.

Per il  dott. Adolfo De Meo, componente del cda del Si.Se, il gup ha accolto l’eccezione preliminare del suo difensore, che aveva sollevato l’incompetenza per territorio, ed ha disposto la trasmissione del procedimento al tribunale di Roma.

Il terzo coinvolto, Edoardo Cucinotta, collaboratore della struttura, e’ stato prosciolto da tutte le accuse con la formula ‘perche’ il fatto non sussiste’.

L’inchiesta prese avvio nel 2009, quando i nuovi vertici della Croce Rossa inviarono ispezioni e chiesero conto delle spese effettuate con i fondi della società. Allo scoperto vennero fuori assunzioni senza limiti, solitamente pre-elettorali, viaggi, cene e soggiorni mai giustificati. Per questa stessa vicenda lo scorso marzo ha visto arrivare la sentenza del tribunale civile di Palermo, che ha condannato l’ex cda a risarcire con 4,4 milioni di euro la Croce Rossa Italiana, e al pagamento per l’allora presidente di Sise, Guglielmo Stagno d’Alcontres, oltre alla sua quota-parte in veste di componente del Cda, di altri 361mila euro per l’«indebita utilizzazione di denaro e fondi della società a fini personali».

La Sise Spa, in liquidazione dal 2010, sostituita dall’attuale Seus-118 (che ha assorbito oltre 3.300 dipendenti, mettendo nei guai giudiziari 17 ex assessori regionali) è una Spa fondata nel 1998 e da sempre chiacchieratissima e senza controlli negli anni d’oro del cuffarismo. Oggi una sentenza che fa chiarezza sulle responsabilità dei protagonisti di una stagione di scandali.

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