#Messinasenzacqua : la protesta è solo sul web. Mobilitazione social e desolazione in piazza

Ma la manifestazione c’è stata?” a chiederlo è, su Facebook, uno degli internauti che volevano vedere facinorose folle di manifestanti davanti il Palazzo del Governo stamattina mentre dentro la Prefettura si svolgeva il tavolo tecnico per fronteggiare l’emergenza idrica.

Bè l’ideale sarebbe rispondere con un semplice “e tu dov’eri?” perché, si sa, sono tutti bravi a protestare da dietro una tastiera e i messinesi hanno già dato prova di essere ottimi contestatori da social network.

rappresentanza dei consigli circoscrizionali
rappresentanza dei consigli circoscrizionali

Tra i presenti, tre presidenti di quartiere (rispettivamente del III, IV e V), qualche consigliere di circoscrizione, quattro membri del consesso e una sparuta rappresentanza di cittadini e membri di associazioni.

Quello che vi mostriamo nella prossima immagine è il clou di presenze che si è toccato a metà mattinata.

Protesta Prefettura (1)

Niente da dire: in molti erano di certo impegnati a lavoro. E poi, si è visto, le proteste sul web hanno spesso più impatto di quelle di piazza. Almeno dopo il tweet bombing di queste ore qualcuno aldilà dello Stretto si è accorto che esiste una porzione di terra, al di qua, che si chiama Messina e che è letteralmente a secco. In piena emergenza idrica. Già, emergenza.

Ma forse dire “armiamoci e … partite” è proprio una delle ragioni che hanno portato la nostra città ad essere agli ultimi posti per vivibilità, ad essere maltrattata e depauperata del possibile e poco importa se poi, al pc, siamo tutti Giovanna D’Arco e Don Chisciotte -scritto in parte proprio a Messina-, per strada a sguainare la spada in nome dei diritti violati ci sono sempre i soliti noti.

Alessandro Russo e Saro Visicaro
Alessandro Russo e Saro Visicaro


Intanto si sono mobilitati anche dei nomi noti dello star system, nativi della città babba (come Maria Grazia Cucinotta) o in generale della “Sicilia Buttanissima” (come Fiorello e Roy Paci) e chissà che dal megafono che questi hanno il potere di tenere tra le mani non si levi quell’urlo di indignazione necessario, in grado di muovere oltre che qualche coscienza anche qualche azione governativa concreta. Perchè, ahinoi, è evidente che per smettere di annaspare, una parola deve essere eliminata dal vocabolario della nostra terra: emergenza. Se ci si occupasse dell’ordinario, molte emergenze non si verificherebbero neanche.(@Eleonora.Urzì) foto di @Francesco Algeri

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