Emergenza abitativa: sabato 19 in piazza per il diritto alla casa

Si terrà Sabato 19 Dicembre 2015, con partenza da Piazza Antonello alle ore 16,30, il corteo per il diritto alla casa, promosso da Unione Inquilini Messina, Studenti e Comitato Operai e Disoccupati.
La questione abitativa, la crisi degli alloggi a Messina e l’art. 5 del Piano Casa, realizzato dall’allora ministro Lupi, sono le tematiche principali di una protesta che vuole evidenziare l’importanza del “diritto di cittadinanza”.
L’articolo 5 del Piano Casa varato da Renzi prevede infatti per chiunque occupi abusivamente un immobile l’impossibilità di chiedere sia la residenza sia l’allacciamento a pubblici servizi. L’esito di questa norma, secondo gli organizzatori del corteo, porterebbe quindi non soltanto alla discriminazione di numerose persone che a causa della crisi economica, della mancanza di lavoro e di forme alternative di reddito, sono state costrette a occupare un immobile per evitare di rimanere con i propri figli in mezzo ad una strada ma anche ad “una discriminazione che va di pari passo con la criminalizzazione della povertà”.
Aspetto che ha portato, secondo i soggetti coinvolti, ad un meccanismo che alimenta il circolo vizioso del terrorismo e dell’odio razziale, oltre ad una vera e propria negazione dei diritti di cittadinanza che non colpisce solo i profughi o i rifugiati e che costringe sempre più cittadini della “civile” Europa a vivere in semi-clandestinità.
Per tutti questi motivi, gli abitanti della Scuola Ugo Foscolo Occupata,Inquilini Resistenti & Collettivo Pinelli attendono una presa di posizione anche da parte dell’amministrazione Accorinti, nata sotto lo slogan “Cambiamo Messina dal Basso” e con un programma che sulla carta consegnava centralità politica agli ultimi. Per questo, si legge nel comunicato: “Noi chiediamo che l’amministrazione dichiari ufficialmente che esiste un’emergenza abitativa in città che non può più essere gestita con gli attuali strumenti a disposizione. Dichiarare lo stato di emergenza abitativa non è solo un atto formale, ma politico. Significa comunicare al governo che non si è più disposti ad affrontare la crisi nel modo in cui il governo vuole che si agisca, cioè lottando contro i poveri e non contro la povertà”.
Esempi in tal senso sembrerebbero non mancare se evidenziamo quanto fatto dall’attuale sindaco di Bologna che ha contestato formalmente il Piano Casa, riallacciando le utenze alle famiglie che hanno occupato nella sua città, motivo per cui nel comunicato si legge : “Accorinti deve trovare una soluzione che riconosca la legittimità e la funzione sociale degli spazi occupati da famiglie indigenti, proteggendoli da azioni di sgombero e di criminalizzazione attraverso due atti fondamentali: l’attribuzione della residenza (con la formula della “residenza fittizia”) agli occupanti e la riattivazione delle utenze ( con le bollette a carico delle famiglie e non dell’ente), per tutto il periodo di emergenza e fino a quando non si trovi una soluzione definitiva.”
Soluzione che da troppo tempo viene invocata da più parti e ad ogni latitudine d’italia e con il buonsenso che dovrebbe farla da padrone.

Francesco Algeri
(@fralgeri)

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