VIPERA. Habemus commissarium: cave Eller

Chiamatelo come volete, assessore, esperto, ex badante, la realtà è che la new entry della giunta Accorinti sembra proprio un commissario a tutti gli effetti.

Venuto in riva allo Stretto per sistemare le cose, non manca di bacchettare nei modi più netti chi lo ha preceduto e quanto è stato fatto (e non fatto) sino ad ora. Dapprima -in conferenza stampa il giorno della presentazione della cosiddetta giunta 2.0- aveva lanciato qualche frecciata maldestramente stemperata da attestati di stima usciti copiosi dalla sua bocca all’indirizzo di Signorino. Via via che i giorni trascorrono, la posizione del democratico “non politico ma tecnico” diventa sempre meno morbida. E ieri, intervistato da Domenico Bertè per Rtp, Luca Eller si è lasciato andare ad affermazioni che definire gravi è dir poco. Accuse tutt’altro che velate sulla mala gestio dell’esecutivo, spiegazioni chiare sugli errori macroscopici relativi alla presentazione (o non presentazione) dei bilanci, la mancata interazione con l’aula e l’assoluta assenza di programmazione.

Questo si legge dentro e fuori dalle righe nelle parole del toscano.

Intanto il dissesto torna (laddove fosse mai andato via) ad oscurare il cielo su Palazzo Zanca: una possibilità al 50%. “Dipende da noi” commenta l’assessore, intendendo per “noi” non solo l’amministrazione -di cui teoricamente è parte integrante salvo apparire sempre più come un supervisore esterno- a cui sbologna una serie di responsabilità e accuse dirette che lasciano pochissimo alla libera interpretazione di chi ascolta, ma soprattutto la nostra comunità cui si chiede di fare uno “sforzo”. Si sì, è proprio tecnico questo nuovo assessore, laddove per “tecnico” si intende l’accezione montiana del termine, quella che, per intenderci, ha lanciato la moda delle manovre “lacrime e sangue” che hanno inginocchiato il Paese qualche anno fa.

Gli sforzi devono farli i cittadini che pagano servizi essenziali che non ricevono, i dipendenti comunali che non troveranno busta paga ad attenderli entro il termine previsto. Ma loro, i geni della finanza che amministrano la cosa pubblica, quando usciranno allo scoperto ammettendo il proprio fallimento e il fatto che, comunque la si metta, esso è palesato dall’avvento di un nuovo commissario che, pro forma, si è scelto di chiamare assessore? Inutile negarlo: abbiamo già un commissariamento in atto. Tutto sta a capire chi (laddove non fosse chiaro) ne regge le fila e in un certo qual modo, come Accorinti e i suoi (già abbondantemente umiliati, a sentir certe disamine) intendano uscire da questa nuova era senza ritrovarsi con tutte le ossa fratturate (almeno in termini di credibilità).

 

@eleonoraurzimondo

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