Antoci a La Spezia: “Non servono eroi ma normalità”

Qualche atteso relatore è mancato – in primis il ministro Andrea Orlando e il presidente della Regione Liguria  Giovanni Toti -, ma non sono mancati messaggi e contenuti di alto livello, ieri  pomeriggio, al Camec, in occasione del convegno “Parchi e legalità”.

Un partecipato incontro domenicale che ha avuto come grande protagonista Giuseppe Antoci, presidente del Parco regionale dei Nebrodi, finito nel mirino di un attentato mafioso il mese scorso. Colpa del suo impegno per abbattere l’illegalità all’interno dell’area protetta, un giro di malaffare legato alle famiglie mafiose capace di sottrarre dai tre ai quattro miliardi di finanziamenti.

Una battaglia, quella di Antoci, che ha trovato il suo culmine nella sottoscrizione di un protocollo di legalità tra Prefettura e Parco dei Nebrodi, che il presidente dell’ente siciliano spera possa diventare norma di legge e toccare tutti i Parchi italiani.

“Sono scampato all’attentato – ha detto Antoci – grazie alla mia scorta, che non smetterò mai di ringraziare. E credo anche grazie alla volontà di qualcuno da lassù, che ha deciso di difendermi, tra l’altro in occasione dell’anniversario della nascita del giudice Giovanni Falcone. Ad ogni modo, io voglio andare avanti, come mi ha chiesto anche la mia famiglia, che è la mia prima forza. E se cade uno, non cambia niente, perché parliamo di una forza collettiva, di un grande movimento per la legalità e la trasparenza, che la mafia non può fermare con un attentato”. Come combattere il malaffare e le organizzazioni criminali? “Praticando la cultura della legalità, non soltanto predicandola – così Antoci – e aiutare gli amministratori, in primis i sindaci, invece di esporli. Il tutto, con la consapevolezza che non servono eroi, ma persone che, tutte insieme, fanno il loro dovere, con normalità”.

“Rischiamo di essere sempre meno il giardino d’Europa se non ci impegnamo a capire quali sono i problemi di legalità e le patologie del nostro paese – ha detto nel suo intervento Vittorio Alessandro, presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre, fresco di gemellaggio con l’ente dei Nebrodi -. Da noi il fenomeno mafioso non è radicato, ma bisogna stare attenti, perché mafia, camorra e ‘ndrangheta tendono a esportare la loro attività. Giusto lavorare per estendere il protocollo per la legalità sottoscritto dal Parco dei Nebrodi”. Secondo l’ex commissario, “i Parchi sono un fondamentale presidio per la protezione del territorio e per la legalità e devono svolgere un ruolo di sostegno per le piccole realtà agricole”. Infine, una battuta su una questione nodale: “L’agricoltura deve essere perno per il turismo, non il contrario”.

Presente al Camec anche il senatore Massimo Caleo, vice presidente della commissione ambiente a Roma. L’ex sindaco di Sarzana ha fatto fuoco sulla riforma della legge quadro 394/91 sui Parchi, di cui è primo firmatario, testo che ha appena iniziato il suo iter nelle commissioni. “Una riforma volta a far cessare lo scandalo dei commissariamenti, garantendo nomine dei presidenti degli enti in tempi certi e brevi. Nomine che saranno di competenza esclusiva del governo, mentre spetterà alla comunità del Parco provvedere al concorso pubblico per scegliere il direttore. Un altro intento è snellire le procedure per l’approvazione del Piano del Parco, che dovrà avvenire entro dodici mesi”.

Intervenuto anche il sindaco della Spezia, Massimo Federici, padrone di casa. “Esiste una tendenza dei poteri a farsi opachi, disinvolti, faraonici (chiaro il riferimento a Parcopoli e al “faraone” Franco Bonanini, ndr). Politica e società civile devono tenere alta la guardia contro queste derive”.

Per la Prefettura, è intervenuto il vice prefetto vicario Maria De Bartolomeis. “Difesa dell’ambiente e impegno contro chi offende la cultura della legalità vanno di pari passo. E quando si parla di legalità la Prefettura non può fare altro che farsi trovare presente”.

Marco Antonelli, referente provinciale di Libera, ha rimarcato come “i Parchi non devono diventare luoghi di personalismi, ma di pratica della legalità. Contro le mafie serve la buona volontà di tutti ed è necessario abitare gli spazi della democrazia”. Per Legambiente è intervenuto Antonio Pergolizzi, che ha messo in guardia circa il subdolo radicamento delle mafie nelle regioni settentrionali, e ha dichiarato: “Il Sud è cosa diversa rispetto al Nord, non bisogna immaginarne uno sviluppo analogo, ma una crescita diversa, legata soprattutto alle sue bellezze naturali”.

Microfono anche per Alessandro Ferrante, presidente provinciale della Confederazione italiana agricoltori: “I Parchi siano un volano per l’agricoltura, promuovendo trasparenza e legalità, in un contesto che vede crescere il turismo consapevole”.

Per Coldiretti, si è fatto sentire Davide Zoppi, delegato provinciale Giovani Impresa: “La nostra organizzazione ha dimostrato la sua considerazione per il tema della legalità creando un apposito Osservatorio, il cui comitato scientifico è presieduto da Gian Carlo Caselli”. Zoppi ha colto l’occasione anche per sottolineare il successo del progetto di affidamento di terre incolte in Riviera, che vede Coldiretti tra i promotori. (@G.P.)

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