L’Alfaneide e quel legame con Ciro Gallo, sindaco di Acquedolci

C’è chi lavora alle Poste, chi ha ricevuto incarichi legali da pubbliche amministrazioni, chi è diventato dirigente di Rete ferroviaria italiana. Fratello, moglie cugini. Nella famiglia del ministro dell’Interno Angelino Alfano in tanti sembrano destinati a fare carriera. Quello che si è creato attorno al titolare del Viminale è un vero e proprio ‘cerchio magico’ a caccia di incarichi e posti di rilievo.

IL FRATELLO
L’ultima inchiesta scoppiata a Roma su tangenti, politica e imprenditoria, che non vede Alfano indagato, riporta a galla il nome del fratello del ministro, Alessandro. Secondo quanto riportato da diversi quotidiani, in primis ‘la Repubblica’ e ‘Corriere della Sera’, che hanno svelato il contenuto di alcune intercettazioni allegate all’inchiesta, il faccendiere Raffaele Pizza, finito agli arresti, avrebbe “fatto assumere” Alessandro Alfano in una società del gruppo Poste Italiane. Repubblica riporta il contenuto di una telefonata datata gennaio 2015. “I finanzieri registrano una conversazione tra Pizza e Davide Tedesco, collaboratore politico del ministro dell’Interno”, scrive il quotidiano che riporta un frammento dei verbali messi nero su bianco dalla guardia di finanza: “‘Pizza – scrive Repubblica citando le fiamme gialle – sostiene di aver facilitato, grazie ad i suoi rapporti con l’ex amministratore Massimo Sarmi, l’assunzione del fratello del ministro in una società del Gruppo Poste'”. Alfano junior, secondo quanto scrive ‘la Repubblica’, nel suo passato ha anche ricoperto l’incarico di consulente del ministero dell’Economia (governo Berlusconi) e di segretario generale di Unioncamere Sicilia.

IL PADRE
Nell’inchiesta romana, condotta dai pm Paolo Ielo e Stefano Fava, oltre al nome del fratello del ministro spunta anche quello del padre. Ancora una volta ci sono di mezzo alcune intercettazioni: nel corso di una conversazione viene tirato in ballo perché avrebbe mandato ottanta curriculum per presunte assunzioni tra le fila di Poste Italiane. È Marzia Capaccio, segretaria di Pizza, a citarlo durante un colloquio con una persona estranea all’indagine: “…mi ha chiamato suo padre… mi ha mandato ottanta curriculum… ottanta… e dicendomi…non ti preoccupare….tu buttali dentro”. Il padre con la vecchia Dc è stato assessore e vice sindaco di Agrigento.

LA MOGLIE
La gallery della famiglia prosegue la moglie di Angelino Alfano, Tiziana Miceli, avvocato civilista. Come rivelato in un’inchiesta de ‘l’Espresso’, Tiziana Miceli ha ricevuto cinque incarichi legali dalla Consap, la concessionaria dei servizi assicurativi pubblici controllata interamente dal ministero dell’Economia che fornisce servizi al Viminale e al ministero dello Sviluppo Economico. La delibera portava la firma di Mauro Masi, amministratore delegato della Consap ed ex direttore generale della Rai. Il settimanale ricorda inoltre che la consorte del ministro in passato ha ottenuto incarichi anche da amministrazioni pubbliche siciliane come l’allora Provincia di Palermo e l’Istituto autonomo case popolari del capoluogo, oltre ad aver difeso la Serit, che gestiva la riscossione tributaria in Sicilia, in 358 occasioni, insieme al collega Angelo Clarizia.In vero, ci sarebbe da leggere bene e meglio il rapporto con il collega di studio a Palermo, Cirino Gallo, sindaco di Acquedolci, e parecchio conosciuto ad Agrigento per qualche consulenza guadagnata per la vicinanza alfaniana.

GLI ALTRI PARENTI DEL CERCHIO MAGICO
Ma accanto ai suoi componenti più stretti, la famiglia Alfano sembrerebbe non dimenticare i parenti più lontani. ‘La Repubblica’ riporta l’esempio di Antonio e Giuseppe Sciumè, cugini del ministro e dirigenti rispettivamente di Rete ferroviaria italiana e di Blueferries. Tra i cugini anche Viviana Buscaglia, assunta all’Arpa Sicilia. Ed è un parente alla lontana a occupare anche la poltrona di presidente del consiglio comunale di Agrigento: si tratta di Daniela Catalano, sposata con un cugino della moglie del ministro, rivela sempre il quotidiano. In lista anche amici e collaboratori di lunga data: da Giovanni Macchiarola a Roberto Rometta, rispettivamente capo e collaboratore della segreteria particolare dell’ex Guardasigilli. L’elenco si chiude con il capo dell’ufficio statistiche del ministero di via Arenula, Fabio Bartolomei: “amico d’infanzia”, scrive la Repubblica. (@G.Pensavalle)

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