Giornalismo: il diritto di cronaca vince sul diritto all’oblio

Il quotidiano che riattualizza un fatto di cronaca giudiziaria, risalente nel tempo per dare notizia del rinvio a giudizio delle persone all’epoca indagate, non viola la privacy e il diritto alla cronaca prevale sul diritto all’oblio. Lo afferma il Garante delle privacy, all’interno di una pronuncia di infondatezza del ricorso di un imprenditore.

Quest’ultimo aveva chiesto la deindicizzazione di un articolo pubblicato nell’edizione online di una testata e rinvenibile attraverso i motori di ricerca esterni al sito. Secondo il ricorrente, il fatto che la news fosse reperibile su Internet avrebbe arrecato un danno alla sua reputazione personale e professionale, riportando all’attenzione dell’opinione pubblica una vicenda giudiziaria (che lo aveva visto coinvolto tra il 2005 e il 2009), a suo dire non più attuale e priva di interesse pubblico.

Il quotidiano si era difeso spiegando che l’articolo oggetto della contesa non riattualizzava un evento superato, ma dava conto degli sviluppi di quella stessa vicenda, in particolare della richiesta di rinvio a giudizio di un certo numero di persone, tra cui il ricorrente.

La tesi della testata è stata condivisa dall’authority, che non ha ritenuto illecito l’operato del quotidiano ed ha quindi dichiarato infondato il ricorso. Secondo il Garante, infatti, il trattamento dei dati dell’imprenditore è “riferito a fatti rispetto ai quali può ritenersi ancora sussistente l’interesse pubblico alla conoscibilità della notizia in quanto, pur traendo origine ad una vicenda risalente nel tempo, i successivi sviluppi processuali, oggetto della recente pubblicazione, ne hanno rinnovato l’attualità”.

Qualora la vicenda si dovesse concludere in modo favorevole per il ricorrente, quest’ultimo potrà, se lo ritiene, chiedere all’editore di aggiornare o integrare i dati contenuti nell’articolo, presentando una idonea documentazione.

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it