Sbarchi: nuovo arrivo al Molo Marconi. Ma la vera emergenza è “il...

Sbarchi: nuovo arrivo al Molo Marconi. Ma la vera emergenza è “il giorno-dopo”

Undicimila sono sbarcati in Italia in 48 ore. E Messina è ormai una delle tappe di passaggio per questa umanità dolente che sfida il pericolo della navigazione clandestina per raggiungere l’Europa.

migranti (Copia) (Copia)Stamattina al Molo Marconi sono arrivati in 380, tutti uomini, di origine subsahariana, trasportati sulla nave Topaz responder.  Tra loro 35 minori non accompagnati, tra cui una bambina affidata ad una comunità messinese. Ad occuparsi di questi casi, infatti, è direttamente lo staff dell’assessorato comunale ai Servizi Sociali, presente come ad ogni sbarco per assicurare l’accoglienza delle fasce più deboli.

La nave Topaz responder fa parte della Migrant offshore aid station (Moas), la missione di salvataggio in mare finanziata da Regina e Christofer Catrambone, due imprenditori che dopo il naufrago di Lampedusa dello scorso 3 ottobre 2014 hanno deciso di impegnarsi per salvare le vite dei migranti.

Lei calabrese, lui americano, vivono a Malta da 7 anni, dove hanno costituito Tangiers group, un’agenzia che offre assicurazioni, aiuti in caso di emergenza e intelligence nelle zone più pericolose del mondo.Il natante, ha una lunghezza, pari a 52 metri e dotato di due gommoni di salvataggio ad alta velocità, un equipaggio composto da 20 persone altamente specializzate, tra personale impegnato nella ricerca e nel soccorso, dottori e infermieri che hanno a disposizione un ambulatorio medico completo, per poter fornire le cure ai migranti salvati in mare.

migranti1 (Copia)Sono numeri alti. Eppure i numeri degli arrivi del 2016, come riporta l’Espresso sono «in linea con quelli dell’anno scorso». Nel 2014 infatti gli sbarchi erano stati 170mila. L’anno scorso L’anno scorso 153mila. Nel 2016 ad oggi sono arrivati 132mila profughi. Non c’è alcuna una nuova emergenza, da questo punto di vista, quanto un «flusso di carattere ormai strutturale di migranti, sia pure numericamente molto significativo», come ricorda il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, parlando alla Camera.

crocerossa (Copia) (Copia)La vera emergenza, invece, inizia il giorno dopo: basti pensare che migliaia sono le persone che restano “ancorate” ai sistemi d’accoglienza. Secondo gli ultimi dati sono passate dalle 103mila del 2015 ai quasi 160mila di oggi. Di cui 123mila restano per mesi in centri “straordinari”, nonostante l’ordinarietà di fatto, ormai, del loro compito, pagati direttamente dalle prefetture con ben pochi controlli sui servizi.

Migranti “parcheggiati” o dimenticati, in attesa che la richiesta d’asilo venga accolta o rifiutata. L’attesa è stimata in almeno sei mesi, e può diventare più lunga se si tratta di un nucleo familiare.

“In questo periodo la legge prevede che queste persone debbano rimanere nei centri – ricorda Fiorenza Sarzanini sul Corriere – Nessuna restrizione della libertà, ma l’obbligo di sottoporsi ai controlli proprio perché non è scontato che arrivi il riconoscimento dello status e in quel caso deve scattare il rimpatrio. In cambio l’Italia assicura la dimora, i pasti e l’assistenza giornaliera. Servizi che adesso non possono più essere garantiti con tutte le conseguenze che questo comporta perché chi lascerà i centri dovrà provvedere alla propria sopravvivenza”. (@Pal.Ma)

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