Mafia barcellonese: riflessioni dopo l’arresto di Zanna

di Gianfranco Pensavalli – Serve qualche riflessione aggiuntiva sull’operazione congiunta di Aliquota, Norm e Compagnia dei Carabinieri di Barcellona, con il capitano Fabio Valletta che va a far saltare il banco tra vivaisti veri e presunti in quota “mazzarroti”.

Perché il fucile calibro 12 e le 85 munizioni potrebbero diventare chiave di lettura di ben altro con i chiarimenti del Ris di Messina.

Dunque, arrestato l’albanese Dajcaj Zanmir Zanmir, detto Zanna, che ufficialmente era bracciante agricolo a Mascali (Catania) per un assoluto divieto di dimora, che ha da scontare 12 anni di reclusione per associazione mafios per Gotha 2-Pozzo, ecco che gli investigatori del Longano non mollano la preda e, dopo tre giorni di appostamenti, scoprono quattro sodali di “Zanna”. E ne arrestano tre perché uno è un minore. Ed è figlio dell’albanese come il ventenne Giuseppe Trifirò.

Per il pm Matteo De Micheli bastano i domiciliari  per detenzione e porto illegale di arma e munizionamento, nonché ricettazione in concorso.

Dove è stato trovato “Zanna”? In casolare abusivo di contrada “Case bruciate”, che è tra Terme Vigliatore e Rodì Milici.  Un rifugio discretamente arredato, ben occultato da sguardi indiscreti poiché recintato con alte protezioni oscuranti: non era soltanto il nascondiglio del Dajcaj per dimorare a Terme Vigliatore in violazione della misura cautelare, ma anche un punto di ritrovo impiegato per la gestione di attività illecite. Quali? Calma. Prima occorre risalire al fucile rubato che gli arrestati stavano per occultare. Già usato o da usare? E quelle munizioni  custodite in bocce di vetro opportunamente sigillate, forse per resistere all’umidità del terreno?

I Carabinieri hanno quindi proceduto al sequestro di tutta l’area, circa 3500 metri quadrati, recintati da alte palizzate e teli ombreggianti, oltre al fabbricato abusivo che era stato ricavato all’interno.

Nei prossimi giorni saranno effettuate verifiche catastali finalizzate ad accertare la reale proprietà dei terreni utilizzati da “Zanna” per il “vivaio” abusivo.

A finire in manette 3 uomini legati al DAJCAJ Zanmir:  Giuseppe Trifirò, 20 anni;  Tindaro Campanino , 26 anni e  Bartolo Costatino, 31 anni. Chiosa finale.

“Zanna” produce piantine ornamentali da 50 euro l’una (richiestissime in Russia) e con 85.000 piantine prodotte è concorrente sleale in zona. Soffiata di concorrenti rivali oppure l’albanese sta correndo da solo e ha trovato alleati da frenare?

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