La Giunta Accorinti sulla sfiducia: “Inizia il tempo della raccolta, e i burattinai vogliono una città senza guida”

Il day-after la presentazione della mozione di sfiducia, che adesso dovrà essere votata dall’Aula, il sindaco Accorinti e la Giunta prendono parola, con un documento politico che riepiloga quanto fatto i questi anni di amministrazione, senza nascondere un duro attacco a quei “gattopardi” che non hanno mai smesso di ambire al governo della città.

Una sfiducia che appare immeritata, alla luce di una situazione finanziaria risanata, alle porte di un concorso per nuovi posti di lavoro, alla fine di un percorso di pulizia dentro le municipalizzate (vedi Atm, Amam e Messinambiente finita nel mirino della magistratura). Una sfiducia che, leggendo il documento, non distoglierà l’amministrazione dagli impegni assunti con la città.

“Adesso “finalmente” la sfiducia va in aula con 16 firme sotto un documento in cui si lamenta che la città è agli ultimi posti della classifica del sole 24 ore  – scrivono Sindaco e Giunta- ma questa non è la verità di oggi perché nel tempo impiegato a lavorare si sono scalati ben 16 posti di quella classifica che adesso ci vede davanti a città importanti. Il documento per la sfiducia fotografa una situazione di bilancio non più esistente perché l’Amministrazione Accorinti ha lavorato con serietà e spirito di servizio per risanare una situazione finanziaria disastrosa e adesso a Messina, la nostra città, questa Giunta è tra le prime in Italia ad avere adottato il bilancio 2017.

Ancora si è utilizzato quel tempo, quelle moltissime ore passate a palazzo Zanca, per seguire e intercettare i possibili programmi di finanziamento nazionali o regionali, e oggi che il tempo della raccolta è iniziato tra Masterplan, Pon Metro, Bando periferie, porto di Tremestieri, via don Blasco, riqualificazione del torrente Bisconte Cataratti, …
Il bottino dei finanziamenti ottenuti è ben superiore a 300 MILIONI di € una cifra mai vista nella storia di Messina.

Il tempo passato a controllare e ricontrollare norme leggi e capitoli di bilancio ha portato alla stabilizzazione di oltre 250 persone ridando loro la dignità che meritano; a dotare tutte le partecipate dei contratti di servizio mai avuti prima e a individuare dirigenti di primo piano che rilanciassero le società con azioni moderne che, ad esempio, hanno magicamente portato il numero dei bus da poco più di 10 a un centinaio. E il tempo emozionante dedicato ad accogliere i bambini, le donne e gli uomini migranti, non solo allo sbarco ma soprattutto con percorsi inclusivi e sistemi di protezione.

Il tempo necessario per l’elenco del lavoro fatto dalla Giunta Accorinti è lungo ma un’ultima citazione va fatta, un’opera piccola e importantissima, la casa di Vincenzo, un segnale inequivocabile su quale sia la direzione intrapresa: aiutare i più fragili.

Adesso per noi è il tempo di continuare a lavorare sereni per la nostra città che amiamo e a cui abbiamo dedicato con gioia il tempo preso ai nostri affetti e al nostro lavoro.

Invece c’è chi pensa che il tempo che resta vada bruciato e seguendo indicazioni di burattinai distratti da giudici e avvocati, vogliono che la città resti senza guida, senza che si possa vigilare sull’arrivo degli investimenti, senza che Accorinti e la sua Giunta possano inaugurare il cantiere del nuovo porto, firmare il protocollo per il secondo palazzo di Giustizia, salire sul centesimo autobus nuovo appena comprato o stringere la mano all’ultimo dei precari che viene stabilizzato. Eliminare la piaga del precariato su cui troppe fortune “politiche” si sono costruite nei decenni che hanno preceduto la Giunta Accorinti è un assurdo da evitare ad ogni costo per chi ha distrutto Messina. C’è chi pensa che il tempo dei finanziamenti, della svolta che la città inizia a vivere sia da bruciare, da evitare per riconsegnare la città a un commissario che gestisca l’ordinario.

Il tempo fin qui dedicato alla nostra città è denso, bello ed è volato. Un tempo dedicato alla Politica vera, quella che si occupa della dignità delle persone e non della clientela, dei più deboli e non dei potenti, della sicurezza dei territori e non della speculazione edilizia. La Politica che guarda al futuro, trovando risorse, costruendo prospettive e sgombrando faticosamente la strada da percorrere dalle macerie del passato”.

 

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