La lettera di una mamma che ha perso un Angelo

La sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria che ha disposto l’assoluzione per i medici indagati nell’inchiesta sulla morte delle dodicenne Miriam Bucalo, avvenuta il 21 settembre 2005, durante un intervento di appendicectomia in laparoscopia all’ospedale Cutroni Zodda di Barcellona, ha lasciato l’amarezza nella mente dei suoi familiari, per non aver ancora saputo perché la loro piccola è morta. Per esprimere questa rabbia Francesca, la mamma di Miriam, ha scritto una lettera aperta che riportiamo integralmente.

“Davanti alla lettura della sentenza di assoluzione … il mio è un grido di dolore, delusione e di amarezza: Evviva  la giustizia italiana fatta da uomini, quindi “fallibile” . La giustizia oggi si esprime così, ma chi ci crede veramente e l’attende per lungo tempo non può rassegnarsi a questa soluzione stando in silenzio, perché dopo che hai ricevuto il danno non puoi ricevere anche la beffa. A gran voce dico che la mia dolce Miriam ha ricevuto una seconda sentenza di morte inaccettabile”.

“Questa giustizia, che inizialmente dopo la tragedia ha trovato per ben due volte i colpevoli e che adesso dopo 12 anni ribalta tutto non individuandone alcuno perché “il fatto non sussiste”,  che giustizia è? In  questo caso devo dedurre che la sentenza sia  che Miriam “in sala operatoria” ha deciso di fare tutto da sola: lesionarsi l’arteria ovarica,  andare in shock emorragico e infine scegliere  di morire non lasciando così alcun colpevole per la serenità della giustizia accomodante che ti dice: “vedrai, prima o poi, tutto passa anche la morte di tua figlia”;  meglio straziare  ancora di più il cuore di due genitori perché la giustizia accomodante non comprende, non avendolo vissuto, che davanti ad un dolore simile non c’è sentenza che  potrà  mai appagarti (figurarsi una di assoluzione). Questa è la situazione della giustizia attuale, piuttosto che tutelarti e darti sicurezza nel “DIRITTO ALLA SALUTE” ti lascia da sola con il rischio di trovarti nelle mani di incapaci o nella migliore dell’ipotesi di incompetenti. Non individuare alcun colpevole equivale ad alimentare un sistema sempre più inefficiente che non impara dai propri errori. Tutto questo riguarda sia i giudici e le leggi che i medici”.

“A questo punto la mia fiducia è riposta in un’altra giustizia quella divina a cui nessun si potrà sottrarre e che certamente non rimarrà indifferente davanti al cuore straziato di una madre e un padre che da 12 anni attendevano giustizia  per la loro dolcissima MIRIAM. Siamo certi pertanto che la coscienza di qualcuno porterà per tutta la vita il peso della scomparsa di un Angelo di nome MIRIAM”. (@G.Pensavalli)

 

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