Migranti: Hot-spot a Messina, nessuno lo vuole. Accorinti, “nostro no è netto”

Tra pochi mesi l’ex caserma “Gasparro” di Messina sarà trasformata in uno dei maggiori “hotspot” italiani, assumendo le stesse funzioni oggi espletate  dai centri di Mineo, Pozzallo e Lampedusa.  L’annuncio del  capo della polizia, Franco Gabrielli,  durante l’ audizione alla commissione d’inchiesta sul sistema d’accoglienza dei migranti, che ha scatenato una lunga serie di reazioni contrarie.

Messina, 21/10/2013: il sindaco Renato Accorinti.“Siamo assolutamente contrari e lo abbiamo sempre detto. Sono decisioni del ministero, e noi fino ad oggi non abbiamo avuto nessuna notizia ufficiale”. Così il sindaco Renato Accorinti commenta l’annuncio, ribadendo “chiamerò il ministero dicendo che abbiamo letto sulla stampa la notizia chiedendo se è vera. Se fosse così, la nostra posizione contraria l’esprimeremo in modo netto e forte”.

Il sindaco metropolitano già lo scorso giugno, quando si era affacciata questa possibilità, aveva manifestato la sua contrarietà alla realizzazione di un hotspot. Del resto dice “eravamo contrari anche alla tendopoli che avevano realizzato in precedenza al Palanebiolo. Tra le prime cose che abbiamo chiesto al neo prefetto quando si è insediata c’è stata quella di eliminare la tendopoli e dopo due mesi dal suo arrivo grazie anche a lei è stata tolta“.

NCD_MESSINADello stesso avviso, la deputazione di Area popolare: il Senatore Bruno Mancuso, il deputato nazionale Vincenzo Garofalo ed il deputato dell’Ars Nino Germanà dichiarano in una nota congiunta “Riteniamo che la scelta del Ministro Minniti e del Prefetto Gabrielli di localizzare un hot spot a Messina sia dettata da un’emergenza che certamente richiede interventi urgenti ed indifferibili che, per quanto necessari, dovrebbero essere concepiti in maniera razionale, tenendo conto delle caratteristiche urbanistiche della zona in cui vengono ubicate e del contesto socio-ambientale in cui si calano queste indispensabili strutture”.  E aggiungono: “Senza pregiudizi ma non senza preoccupazione, chiediamo al Ministro Minniti un momento di seria riflessione e una seria analisi di contesto prima che questa decisione diventi definitiva”.

Foto archivio Francesco D'Uva M5S (2)“La notizia ufficiale dell’apertura di un hotspot a Messina lascia sgomento” anche il deputato Francesco D’Uva del Movimento 5 Stelle, che ribadisce come si tratta di “strumenti che, fin da subito, si sono rivelati fallimentari. Luoghi che, invece di accogliere i migranti, li trattengono, li bloccano e li respingono”.

“Il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha spiegato che l’Italia, con l’apertura di due nuovi hotspot in Sicilia (dove già ne esistono quattro), ottempera ai doveri imposti dall’Europa. Ma l’Europa ha mai rispettato gli accordi sul ricollegamento? “ si chiede D’Uva. “abbiamo sempre sostenuto l’ipotesi di un’accoglienza diffusa che puntasse su sistemi di Sprar piuttosto che sugli hotspot – conclude il deputato del Movimento Cinque Stelle -. Consideriamo anche che, a Messina, questo sorgerebbe nell’ex Caserma di Bisconte e quindi a diversi chilometri dal mare. Qual è il senso? Nessuno. Non smetteremo di dirlo e utilizzeremo ogni strumento per tentare di bloccare questa assurda decisione”.

 

santisiAnche il movimento Cambiamo Messina al Basso è pronto a dare battaglia, in sintonia con sindaco: “L’ annuncio – l’ennesimo – della realizzazione di un hotspot per migranti all’interno della ex caserma Gasparro di Bisconte, non si può che rispondere con un secco e deciso no. Un ‘no’ non soltanto all’apertura di un hotspot nella nostra città (posizione difesa in questi giorni da quei gruppi politici che, anche a Messina, cavalcano temi razzisti e xenofobi), ma un ‘no’ categorico, di portata generale, a tutti quegli strumenti di una detenzione indiscriminata e in barba ai più elementari diritti umani spacciata per accoglienza”.

” Lo hanno detto chiaramente, ufficialmente ed a più riprese il sindaco Renato Accorinti e l’assessora alle politiche migratorie Nina Santisi – ribadisce con forza il movimento Cambiamo Messina dal Basso -strutture come gli hotspot, i centri di emergenza come il Palanebiolo, i CARA, contraddicono apertamente i principi di umanità e apertura che devono invece caratterizzare la politica di accoglienza di profughi, migranti e richiedenti asilo propria di un paese democratico. Esse servono ad attuare quelle scelte nazionali ed europee che chiamano accoglienza ciò che in realtà è negazione della libertà di movimento, separazione e segregazione di migranti e richiedenti asilo, respingimento coatto verso i paesi di origine, segnati spesso da sistematiche violazioni dei diritti umani, guerre, mancanza di lavoro, cibo e prospettive di vita dignitosa”.

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