Nuova ordinanza in carcere per il messinese Bisceglia

Altri quattro imprenditori sono coinvolti nell’inchiesta sulle tangenti in Marina militare. In carcere sono finiti Giuseppe Musciacchio e Vincenzo Calabrese, di 39 e 48 anni, mentre ai domiciliari con braccialetto elettronico sono andati Gaetano Abbate e Pio Mantovani, di 45 e 66 anni. Nuovo arresto, il terzo, per il capitano di vascello Giovanni Di Guardo, ex comandante della base di Maricommi a Taranto.

Per l’accusa l’ufficiale, che ora è ai domiciliari con braccialetto elettronico, sarebbe la mente di un’associazione a delinquere che a suon di bustarelle ha creato un cartello di imprese per pilotare tutti gli appalti di Maricommi estromettendo ogni possibile concorrenza. Erano già in carcere, dove hanno ricevuto la seconda ordinanza, Marcello Martire, dipendente civile della Marina e l’imprenditore messinese Paolo Bisceglia. Entrambi sono accusati di aver raccolto tangenti da consegnare a Di Guardo.

Le misure cautelari sono state eseguite dagli uomini della guardia di finanza di Taranto. Le accuse mosse a vario titolo dal pubblico ministero Maurizio Carbone vanno dall’associazione per delinquere, alla turbativa d’asta, alla corruzione. Tra i nuovi episodi contestati, una presunta tangente da 10mila euro consegnata da Abbate a Martire ma diretta a Di Guardo, per evitare di far scattare la polizza fideiussoria prevista in caso di ritardo in un contratto di forniture di maglioni, berretti e tute sportive.

Un’altra tangente, stavolta da 20mila euro, sarebbe arrivata a settembre 2016 nelle tasche di Di Guardo per tramite del suo amico Bisceglia, pagata da Mantovani per ottenere illecitamente l’affidamento di una fornitura di 6.600 litri di smalto del valore di 200mila euro. Altri 20mila euro Di Guardo li avrebbe ricevuti da Musciacchio in cambio dell’affidamento di appalti per 214mila euro. Calabrese, infine, è accusato di aver consegnato personalmente a Di Guardo 3mila euro per aggiudicarsi il servizio da 35mila euro di smaltimento delle acque nere della nave Espero. Le tangenti corrispondono a circa il dieci per cento del valore dell’appalto.

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