Fiducia ad Accorinti, sindaco fino al 2018: così ha deciso il consiglio comunale

Ventitrè voti favorevoli, cinque astenuti e dieci contrari. La mozione di sfiducia non passa, e in aula esplode l’applauso del pubblico che dalle 17 ha seguito la lunghissima seduta consiliare, conclusa poco prima delle 4. Quasi 10 ore in cui si sono susseguiti gli interventi dei consiglieri a partire dai capigruppo, che hanno anche deciso di non dare la parola agi assessori che avrebbero voluo “difendersi” ripondendo alle critiche variamente mosse da parte di alcuni esponenti del consesso.

Ecco il momento del voto:

Hanno confermato il sì alla sfiducia i firmatari: per i Centristi per la Sicilia (ex Udc) Mario Rizzo, Franco Mondello, Mariella Perrone, Andrea Consolo e Libero Gioveni; per Ncd Daniela Faranda e Nicola Crisafi; per Sicilia Futura i consiglieri Nino Carreri, Nino Interdonato e Santi Sorrenti (assente Rita La Paglia);per SiAmo Messina Piero Adamo e Fabrizio Sottile; per il Pd la capogruppo Antonella Russo; per Felice per Messina Giuseppe Santalco, Nora Scuderi e Carlo Cantali; per Forza Italia Pippo Trischitta, Giovanna Crifò; per i Progressisti democratici Simona Contestabile e Nicola Cucinotta; per Grande Sud solo Donatella Sindoni; per il Gruppo misto Daniele Zuccarello; per Fratelli d’Italia Elvira Amata.

Il no alla sfiducia è stato votato  dai quattro accorintiani di CMdB Lucy Fenech, Ivana Risitano, Maurizio Rella e Cecilia Caccamo; tre consiglieri Pd Claudio Cardile, Gaetano Gennaro e Pietro Iannello; per il Gruppo Misto Pippo De Leo e Carlo Abbate; per Sicilia democratica Pio Amadeo; per il Megafono Angelo Burrascano.

Astenuti: la presidente del consiglio Emilia Barrile che però aveva firmato la sfiducia; i genovesiani di Grande Sud Benedetto Vaccarino e Carmelina David; il capogruppo dei Progressisti democratici, anche lui genovesiano, Francesco Pagano; Pierluigi Parisi di Forza Italia.

Primo intervento quello di Mario Rizzo capogruppo dei Centristi per la Sicilia, più volte contestato dal pubblico. Dopo l’intervento, la Presidente Barrile chiede una sospensione di 5 minuti.

Al rientro prende la parola Daniela Faranda, capogruppo Ncd – Ap. “Abbiamo assistito a reazioni scomposte. Sono retropensieri, essere onesti è un prerequisito. Avete diviso la città tra buoni e cattivi, tifoserie da stadio. Noi abbiamo raccolto la delusione dei cittadini, le nostre scelte sono coerenti e lineari”. “Lei non  ha saputo essere il sindaco di tutti”.

A seguire l’intervento di Elvira Amata, capogruppo di Fratelli d’Italia “anche Eller si è stancato di una giunta presuntuosa e di un sindaco presuntuoso: si può governare senza il supporto/conforto delle altre istituzioni. Per non parlare del suo abbigliamento” (si alza un forte brusio dal pubblico). Questo consiglio ha tolto spesso le castagne dal fuoco a questa amministrazione”.

Segue il primo no alla sfiducia da parte di Carlo Abbate, del gruppo misto. “Sono sempre stato contrario. Noi possiamo usare i temi populisti ed elencare le cose che non vanno. Il popolo lo accetta, quel che non accetta è da quale pulpito arriva l’elenco”. Scrosciano gli applausi da parte del pubblico, seguono minacce di sgombero da parte della presidente Barrile che stizzita lascia l’aula.

Prende la parola Pio Amadeo (Sicilia Democratica) “a me non piacciono le scorciatoie. Signor Sindaco non le permetterò di farsi vittima del consiglio comunale, non le concedero’ nessun alibi. Voglio che lei affronti i cittadini a fine mandato”. Voterà dunque no.

Benedetto Vaccarino (Grande Sud) dichiara la sua astensione. “E’ il momento meno opportuno”. Segue il turno di Giuseppe Santalco (Felice per Messina) “Sono stati tre anni difficili, abbiamo aspettato a firmare la sfiducia, ma visto il dramma della situazione igienica. La sfiducia affonda le sue radici nei fatti: risanamento tradito, ma quel preoccupa è la spinta a spendere. Guai a disperdere quel che è stato fatto per risanare i conti”. Colpo di scena in Aula: Giuseppe Santalco vuole trovare “una via dignitosa” al dialogo. Possibilista se il sindaco proporrà un percorso dialogico per perseguire il bene comune. Un “forse” in attesa dell’intervento del sindaco.

Scontato l’intervento di Giuseppe Trischitta (Forza Italia) che torna a battere su scontrini e missioni. “Si ferma in autogrill e prende un kinder” (parte applauso ironico dal pubblico).

Interviene il capogruppo di CMdB Lucy Fenech “parlerò a cuore aperto, come i primi giorni. Paolo Borsellino diceva “non mi piace Palermo, per questo la amo”…e io ho vissuto questa esperienza con amore. Il consiglio è stato incapace di vedere quello che è stato fatto”. Conclude l’intervento con un grazie all’amministrazione, ricordando anche gli ex assessori e gli ex consiglieri. “Voglio chiudere citando Herman Hesse, “sono più le persone disposte a morire per degli ideali che a vivere per essi” e noi vogliamo che questa esperienza amministrativa non muoia. Abbiamo il diritto e il dovere di contnuare ad amministrae questa città come ci è stato chiesto”.

A seguire il lungo e intenso intervento del Sindaco Renato Accorinti, che si è appellato al senso di responsabilità dei consiglieri, per il bene della città.

Dopo il primo cittadino è il consigliere Carreri a prendere la parola, dichiarando di votare la sfiducia.

Antonella Russo (Pd), ultima firmataria della mozione presentata lo scorso 19 gennaio, è stata l’unica del suo gruppoa votare contro il sindaco, accusandolo di aver teso la mano “ai renziani, dopo la mia firma sulla sfiducia.  Io mi sarei aspettata un atteggiamento coerente. Ai partiti politici chiedo coerenza, i patti si fanno quando sono chiari e si fanno in tempi non sospetti. Chi ha votato la sfiducia è pronto ad andarsene”.

Il voto ha sancito una spaccatura all’interno del gruppo consiliare del Pd, aprendo un confronto che si prevede aspro.

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