Barcellona Pozzo di Gotto (Me): maxi-evasione fiscale per sedici milioni di euro, smascherata falsa cooperativa lombarda

I finanzieri della Tenenza di Barcellona P.G. (Me) hanno concluso, nei giorni scorsi, un’operazione che ha permesso di scoprire un’ingente evasione fiscale, pari a sedici milioni di euro, mediante quella che era solo in apparenza una società cooperativa, che ora ha sede nell’omonima cittadina tirrenica ma che si era appositamente trasferita dalla Lombardia e che si occupava dell’attività di pulizia generale di edifici.

In particolare, gli approfonditi accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle hanno permesso di rilevare che la società in questione, costituita nel 2010 a Milano e che aveva ben centoquarantaquattro addetti, nel luglio del 2012 aveva trasferito fittiziamente la propria sede in Sicilia, col preciso scopo di rendere più difficoltosi i controlli del Fisco, pur continuando a operare in Lombardia e in altre regioni, quali Emilia Romagna e Toscana.

Inoltre, pur risultando formalmente una cooperativa di produzione e lavoro, la stessa operava in modo ingannevole come una vera e propria impresa, ossia con finalità prettamente lucrative senza perseguire lo scopo mutualistico indicato nello statuto, teso formalmente alla promozione umana ed all’integrazione dei soci in altre cooperative ed in altre attività per ottenere continuità occupazionale e migliori condizioni economiche, sociali e professionali per i lavoratori.

L’attività ispettiva svolta dai finanzieri barcellonesi sulla corposa documentazione estrapolata anche dalle banche dati ed elaborata mediante specifici programmi software, appositamente concepiti per la lotta alla criminalità economica, ha consentito di ricostruire una base imponibile di I.R.A.P. (imposta regionale sulle attività produttive) pari a quasi sedici milioni di euro sottratti a tassazione e d’individuare ricavi non dichiarati per oltre quattordici milioni di euro.

Tra le altre violazioni individuate sono emerse delle illegittime compensazioni effettuate mediante crediti d’imposta inesistenti per ottocentomila euro ed altri illeciti in materia di imposta sul valore aggiunto per più di tre milioni di euro.

L’articolato sistema di frode realizzato è stato individuato anche grazie a innovativi ed efficaci sistemi di incrocio dei dati contenuti nelle banche dati.

Gli indagati avevano posto in essere molteplici condotte fraudolente, tra cui la mancata presentazione di valide dichiarazioni ai fini delle imposte dirette, dell’I.V.A. e dell’I.R.A.P., il fittizio avvio della liquidazione societaria, il trasferimento strumentale della sede da una regione all’altra e la presentazione di modelli I.V.A. riportanti costi mai sostenuti, al fine di originare crediti d’imposta inesistenti.

L’amministratore pro tempore della cooperativa, C.G., di 42 anni, nato a Monza e residente in provincia di Milano, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto per il reato di indebita compensazione mediante crediti inesistenti, per il quale è prevista la reclusione sino a sei anni.

Il liquidatore della società in carica nel periodo in cui sarebbero dovute essere presentate le dichiarazioni fiscali annuali, D.C., 53 anni, nato a Rho (Mi) e residente a Milano, è stato denunciato anche per i reati di infedele ed omessa dichiarazione, puniti con la reclusione fino a un massimo di quattro anni.

La Guardia di Finanza, organo di polizia giudiziaria con competenze specialistiche in campo tributario, conferma con questa operazione il suo impegno quotidiano per contrastare la criminalità economica e garantire condizioni di equità e giustizia. L’evasione e le frodi fiscali, infatti, alterano le regole del mercato generando effetti negativi sull’economia, danneggiando non solo le risorse finanziarie dello Stato, ma anche i cittadini e gli imprenditori onesti.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it