Il Comune di Falcone ha inviato al proprio legale una nota con la quale comunica che lo stesso ha deciso di non costituirsi “parte civile” contro il giornalista messinese, reo per la precedente gestione amministrativa, di aver vilipeso con i suoi articoli, l’immagine del comune. Nella lettera inviata all’avvocato Rosa Ellena Alizzi, il sindaco Carmelo Paratone è esplicito: si condivide – anche se in parte – quanto affermato dal giornalista.
Il processo contro Mazzeo, imputato del reato di cui agli artt. 81 e 595 comma 3 (diffamazione a mezzo stampa), è nato a seguito di una querela presentata dal Comune di Falcone per l’inchiesta pubblicata sul periodico I Siciliani giovani (n. 7 luglio-agosto 2012), dal titolo “Falcone comune di mafia fra Tindari e Barcellona Pozzo di Gotto”, sulla quale Messinaora si era espressa con un articolo dal titolo: Scrivere di Mafia disturba, ricordando anche come Sciascia fu accusato di “danneggiare” l’immagine della Sicilia.
Nella lunga inchiesta venivano descritte alcune vicende che avevano interessato la vita politica, sociale, economica ed amministrativa della piccola cittadina della costa tirrenica del messinese (speculazioni immobiliari dalle devastanti conseguenze ambientali e paesaggistiche; lavori di somma urgenza post alluvione del 2008, ecc.) nonché le origini e le dinamiche evolutive delle organizzazioni criminali presenti nel territorio, organicamente legate alle potenti cosche mafiose di Barcellona Pozzo di Gotto.
Il 24 agosto 2012, una settimana dopo la pubblicazione dell’inchiesta, la Giunta comunale di Falcone con il Sindaco avv. Santi Cirella e gli assessori Pietro Bottiglieri, Giuseppe Battaglia e Giuseppe Sofia, deliberò – onde tutelare l’immagine e la rispettabilità del paese – di conferire l’incarico all’avv. Rosa Elena Alizzi del foro di Barcellona per sporgere querela.
Ma adesso le cose sono cambiate, e la nuova amministrazione (minoranza all’epoca dei fatti) non solo ha ritirato la richiesta di costituirsi parte civile, ma ha sottolineato di essere in parte d’accordo con l’analisi del giornalista, che comunque è chiamato ad affrontare il processo il prossimo 7 aprile.