Autostrade Sicilia: sospesi 6 funzionari.Oltre 50 indagati dalla Procura di Messina

Dalle prime luci dell’alba personale della Direzione Investigativa Antimafia di Messina, unitamente al Centro Operativo di Catania, a seguito di una laboriosa e complessa attività investigativa protrattasi per un lungo periodo, sta eseguendo il provvedimento di applicazione di misure cautelari personale e reali – emesso dal G.I.P. del Tribunale di Messina su richiesta della locale Procura della Repubblica, che ha coordinato le indagini – nei confronti di 12 (dodici) soggetti tra Dirigenti e dipendenti del Consorzio per le Autostrade Siciliane.
Maggiori dettagli dell’operazione verranno illustrati nel corso della conferenza stampa che si terrà oggi alle ore 10.30 presso la Sezione Operativa D.I.A. di Messina, in via Monsignor D’Arrigo n. 5, alla presenza del Procuratore della Repubblica f.f. Vincenzo BARBARO, del Procuratore Aggiunto Sebastiano ARDITA, e del Sostituto Procuratore Stefania LA ROSA.

Sono 56 gli indagati dell’inchiesta sugli incentivi ai dipendenti coordinata dal sostituto Stefania La Rosa. Gli investigatori della sezione operativa della dia avrebbero scoperto un buco di milioni di euro nelle casse dell’ente. I reati ipotizzati sono truffa e falso, nella fattispecie del pubblico ufficiale in atti pubblici.

E’ la terza tranche dell’inchiesta ‘tekno’ che nel marzo del 2015 porto’ a 10 arresti tra funzionari, dirigenti e imprenditori per turbativa d’asta, induzione indebita a dare o promettere utilita’, istigazione alla corruzione e corruzione.

Al centro delle verifiche avviate da oltre un anno, per una serie di incentivi che vennero assegnati dai precedenti vertici del consorzio, e temporalmente si spingono fino al settembre del 2013, ci sono una serie di elargizioni ai dipendenti.

Si tratta dei cosiddetti incentivi progettuali relativi ai lavori da realizzare, stabiliti dai piani triennali approvati dal cas, e assegnati in base alle varie figure professionali previste: il rup, ovvero il responsabile unico del procedimento, il progettista, il direttore dei lavori, il responsabile della sicurezza, e i vari collaboratori del progetto.

Secondo quanto sarebbe emerso alcuni dirigenti del cas, almeno fino a settembre del 2013, ricoprendo il ruolo di rup, avrebbero strutturato un collaudato sistema di elargizione di incentivi progettuali a una ristretta cerchia di dipendenti per garantirsi, nel tempo sia guadagni che utilita’. Agli atti dell’inchiesta ci sarebbero gia’ una serie di captazioni ambientali e telefoniche che proverebbero una vera e propria macchinazione ai danni dell’ente regionale, con il percepimento degli incentivi progettuali a una ristretta cerchia di dipendenti, prescindendo spesso dall’effettivo contributo apportato nell’ambito del cosiddetto gruppo di lavoro.

Ecco i nomi dei 56 indagati: Giovanni Arnao, Baldasarre Arrigo, Agostino Bernava, Francesca Bongiorno, Amedeo Branca, Orazia Campanino, Antonino Cannatella, Anna Maria Carbone, Lucia Cicero, Carmelo Cigno, Baldassarre Ciraolo, Costantino Crisafulli, Paolo Curro’, Santo D’amico, Antonino D’arrigo, Santa De Domenico, Amedeo Finocchiaro, Letterio Frisone, Giancarlo Galletta, Giovanni Giaimo, Francesco Giadina, Giacomo Giordano, Carmelo Indaimo, Vincenzo Irrera, Antonino La Corte, Nicola Giovanni Lania, Antonio Lanteri, Giuseppe Lanzafame, Antonino Liddino, Maria Lo Nostro, Mario Lo Turco, Ernesto Maddocco, Stefano Magnisi, Corrado Magro, Antonino Mamazza, Serafina Martorana, Clorinda Mifa, Alberto Offerente, Domenico Perone, Carmelo Pintaudi, Giuseppe Potenzone, Angelo Puccia, Paolo Rinauro, Francesco Rizzo, Francesco Santonoceto, Gaspare Sceusa, Alfonso Schepisi, Filadelfio Scorza, Francesco Antonino Spitaleri, Antonino Pietro Urso, Giovanni Uscenti, Barbara Vinci, Walter Zampogna, Letterio Zanghi’ e Paolo Salvatore Zumbino.

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