No all’Inceneritore di San Filippo del Mela: “rispettate la volontà popolare”

Le malattie non hanno colore politico. Lo sanno bene i cittadini della valle del Mela, da anni vittime di uno sviluppo industriale che se ha portato ricchezza, ha snaturato un territorio per vocazione turistico.

no_inceneritoreUn territorio pesantemente inquinato e che oggi non può permettersi anche l’inceneritore, contro cui hanno espresso un No deciso albergatori, imprenditori, amministratori, associazioni e cittadini, scesi insieme per partecipare alla grande manifestazione che si è svolta domenica a Milazzo. In prima linea i sindaci dei comuni della Valle del Mela, e per Messina l’assessore Daniele Ialacqua.

Il corteo, organizzato dal Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela, Comitato NO inceneritore del Mela, A.D.A.S.C., Coordinamento Ambientale Milazzo-Valle del Mela e A.L.S.A., si è snodato lungo le vie della cittadina tirrenica coinvolgendo persone di estrazione politica anche diversa, tuttavia accomunate dalla necessità di  smontare la retorica governativa che spaccia gli inceneritori quale soluzione alle discariche.

“Interramento e incenerimento sono due facce della stessa medaglia – ribadiscono i manifestanti – Pretendiamo che venga rispettato il piano paesaggistico d’Ambito 9 che vieta la costruzione dell’impianto!”

inceneritoreIncenerire comporta per la collettività pesantissimi oneri economici sociali e sanitari messi in evidenza da chi protesta: 1) il pagamento delle spese di conferimento dei rifiuti e trattamento delle ceneri risultanti, 2) il finanziamento degli accresciuti costi della spesa sanitaria causati dall’aumento o dall’insorgenza di specifiche patologie, 3)  il mancato guadagno a danno delle finanze pubbliche, determinato dalla perdita di preziosi materiali che dovrebbero invece essere recuperati, 4)  la perdita delle migliaia di posti di lavoro che sarebbero generati da un funzionante comparto industriale specializzato nel recupero di materia, 5) l’inevitabile e pericolosissimo danneggiamento del comparto agro-alimentare della Valle del Mela, ricco di virtuosi esempi di coltura biologica e luogo di produzione di prodotti alimentari con secoli di tradizione.
Un altro modello di gestione dei rifiuti è possibile, un esempio su tutti sia la provincia di Treviso, dove 50 comuni consorziati danno lavoro a più di 680 persone e raggiungono livelli di RD oltre l’80%.

padre_trifiròIl ministero dei Beni culturali aveva sollecitato lo scorso dicembre il parere della soprintendenza di Messina, davanti alla cui sede si è organizzata una protesta per ribadire il no della popolazione agli enti preposti che dovranno dare il loro parere alla Commissione governativa sull’impatto ambientale. ( Pal.Ma – foto Antonio Saija – Imago)

 

 

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