Musumeci rimuove Antoci dal Parco dei Nebrodi: 21 sindaci “Regalo alla Mafia”

Rimosso Giuseppe Antoci dall’incarico di Presidente del Parco dei Nebrodi dal governo siciliano. Una mossa che stride con la sensibilità antimafia esposta come vessillo dal Presidente Musumeci, che ha disorientato gli stessi sindaci del comprensorio nebroideo che oggi contestano la decisione.

Antoci è stato l’autore del “Protocollo di legalità” per gestire il Parco, documento che cinque mesi fa è stato inserito nel nuovo Codice antimafia, per impedire che la mafia dei pascoli potesse fare razzie del territorio e percepire a man bassa i fondi europei.

Antoci ringrazia sarcasticamente il presidente della Regione siciliana: “Attraverso la mia rimozione e il relativo commissariamento del Parco, mi ha fatto comprendere, in maniera inequivocabile, da quale parte sta. Nonostante tutto indietro non si torna, la strada ormai è tracciata”.

Molto legato all’ex governatore Rosario Crocetta, che lo nominò alla presidenza del Parco, per Antoci si prospettava una candidatura alle politiche con il Partito Democratico. Non è accaduto né per lui né per Crocetta. Il senatore uscente Beppe Lumia, anche lui escluso dalla liste del Pd, parla della scelta di Musumeci come di un “regalo alla mafia”.

La pensa così anche la Fondazione Antonino Caponnetto che ha espresso la propria preoccupazione per la rimozione di Antoci dalla presidenza del Parco dei Nebrodi.

“Antoci ha operato molto bene – afferma Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto – e al di sopra delle parti politiche. In Sicilia rimuovere chi combatte contro la mafia non è mai una bella cosa, per questo siamo preoccupati per la sicurezza di Antoci, il cui rischio di incolumità da oggi aumenta esponenzialmente. La Fondazione Caponnetto ovviamente non lascerà solo Antoci in questo momento difficile e si porrà al suo fianco nella lotta contro la mafia dei terreni”.

Attraverso una lettera, ventuno sindaci esprimono “preoccupazione. Dopo anni di commissariamenti abbiamo finalmente visto ripartire l’ente che è diventato volano di sviluppo e attrattiva turistica”. E sottolineano il riconoscimento ottenuto dal Parco con il Premio continentale per l’ambiente, “assegnato all’unanimità da ben 400 stati membri e mai ricevuto da un italiano e da un’area protetta italiana. Citare le battaglie sulla legalità che noi tutti, insieme al presidente Antoci, abbiamo portato avanti in questi anni sarebbe semplice”.

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