Piano di Riequilibrio: Messina dovrà pagare i suoi debiti in 5 anni anziché in 20 (video)

Il consiglio comunale è stato convocato oggi a ridosso dalla scadenza dell’ultimo giorno utile per deliberare in merito al piano di riequilibrio. Piano, questo, che avrebbe consentito di dividere il debito della città non in cinque anni ma in vent’anni per una cifra di 400 milioni di euro. Una manovra che spiega bene Libero Gioveni (fra i sostenitori della manovra): “Se tu hai una rata di 500 euro al mese di mutuo e hai la possibilità di ridurla a 250, con gli altri 250 riesci a comprare qualcosa in più ai tuoi figli”. Ma è stato proprio questo il pomo della discordia.

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Già ieri i rappresentanti delle circoscrizioni avevano fatto capire il loro dissenso rispetto a una dilazione del debito che, secondo i più, avrebbe fatto pagare ai “figli” i debiti dei “padri”. Ciò che si contestava al riequilibrio è proprio l’eccessivo arco temporale in cui spalmare il debito cittadino. Intanto oggi erano presenti soltanto 18 dei 40 consiglieri. Favorevoli in 9, astenuti 6 e 3 i contrari.

E non si fa attendere la risposta dell’Amministrazione che ha definito “atto di irresponsabilità” il voto dei consiglieri nella nota diramata subito dopo la conclusione del consiglio: “Le forze politiche, i partiti e i 9 Consiglieri comunali che hanno bocciato il piano di riequilibrio riformulato, si sono rivelati irresponsabili e incapaci di governare e costruire il bene di Messina. L’Amministrazione Comunale aveva ottenuto apposito intervento legislativo che consentiva di allungare da 10 a 20 anni la durata dei piani di riequilibrio rendendoli così più sostenibili per la popolazione”.

La norma era stata chiesta e formulata dall’Assessore Guido Signorino per far avere al Comune di Messina diversi servizi pubblici, nuove assunzioni e stabilizzazioni dei precari, diritti, questi, erogabili solo per i comuni in possesso di requisiti rigidi. La dilazione del debito totale in rate annuali avrebbe, quindi, consentito alla città di partecipare a diversi finanziamenti e fondi che, così, sono completamente preclusi a Messina.

Nella nota dell’Amministrazione si legge ancora: “Nelle prime ore del pomeriggio di oggi la follia, ma anche l’incapacità politica e amministrativa e l’assenza di una visione strategica hanno portato i nove Consiglieri e le forze politiche da questi rappresentate, con la loro astensione o il loro voto negativo, a creare colpevolmente una situazione di danno alla città e alla cittadinanza anche in dispregio ai pareri positivi espressi dalla Ragioneria e dai Revisori dei Conti sulla delibera presentata nei termini di legge e precedentemente illustrata in commissione una settimana fa, prima ancora dell’approvazione in Giunta”.

Il grafico allegato mostra i benefici a lungo termine che il riequilibrio avrebbe garantito all’economia cittadina. Una manovra, per altro, partita da Messina e apprezzata dall’ANCI che l’ha adottata per diversi altri comuni della nazione.
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Domani la Giunta incontrerà la stampa per spiegare cosa è accaduto e come si è svolta la vicenda. Sicuramente, ancora una volta, il consiglio ha messo in minoranza l’Amministrazione, comunque in ritardo nel procedere a deliberare in merito, che è stata messa così k.o. e fuori dai giochi. E adesso toccherà alla prossima Amministrazione capire come far pagare in 5 anni ai messinesi 400 milioni di euro. (Mar.Pa.)

In questa intervista all’Assessore Guido Signorino tutti i dettagli della manovra

 

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