L’Esperto Ignorante prima da Kean e poi dalle Gattare

di Giuseppe Contarini – La città di Messina si fregia di un evento importantissimo, un’anteprima Nazionale, anzi, io direi anche Europea, quindi Stati come Germania, Francia, ecc… si sono privati di avere il debutto dell’esordiente regista Messinese Adriana Mangano, che ha scelto invece Messina; Bologna e Milano niente, ogni tanto un po’ di fortuna Messina se la merita.
Il debutto è al Clan Off, ed io non potevo esimermi dal vederlo, dovevo andarci, anche perché, li di solito si trova roba buona; KEAN con Alessio Bonaffini, Regia: Adriana Mangano, Scene e Costumi: Liliana Pispisa.
Uno strepitoso Alessio Bonaffini, regge un’ora e dieci di monologo, regalando al pubblico ogni sua risorsa, ci racconta la storia di Edmund Kean, un attore inglese di inizio ottocento, a quanto pare molto famoso, ma io non lo conoscevo. Sono contento dunque di aver visto questa rappresentazione e di aver appreso che Kean era un attore che con il suo modo di fare fuori dagli schemi ha risollevato le sorti del Teatro Drury Lane a Londra, che conduceva una vita pieni di eccessi, donne, alcol ecc; insomma mi rivedo molto in lui, avrei fatto lo stesso se fossi stato al suo posto, avrei cambiato le sorti della Sala Laudamo a Messina, anche se credo che come impresa sia ben più difficile, però mi sarebbero rimaste le donne e gli eccessi.
La regia di Adriana Mangano mostra qualche ingenuità dovuta, penso, alla poca esperienza, ma tutto sommato il tempo scorre senza particolari intoppi, sistemando piccoli dettagli, e lasciando maturare il rapporto tra Regista e Attore, e tra Regista e testo. Questa produzione può e deve decisamente migliorare nel corso delle repliche, lo rivedrò infatti con piacere se dovessero riproporlo, almeno in Italia, s’intende. Disegno luci semplice ma funzionale, i cambi luce un po’ bruschi alle volte, e non era Simone Corso al Mixer, perché lui è un Drammaturgo.
Insomma la scuola Bonaventura regala alla città di Messina una nuova Regista teatrale, speriamo bene, vediamo che combina. Siamo troppo pieni di artisti che non sappiamo più dove li dobbiamo mettere: Messina è la terra delle opportunità, dove tutti possono fare tutto, questo è un bene alle volte, ma anche un male. Non si sta capendo più nulla, regna il caos, Messina ha tantissimi artisti e non capisce l’arte, però ne capisce di politica, campagna elettorale, massoneria e via dicendo, insomma ci vuole qualcuno che gestisca questo caos, serve un Super Artista o meglio, un Super Critico.
Scusate se scrivo veloce, ma ho premura, perché sono le ore 20,00 e devo andare subito alla Sala Laudamo per vedere Le Gattare Juventine di Paride Acacia, in questo week end ci sono tre spettacoli in tre luoghi differenti: ampia scelta dunque per i cittadini, forse meno contenti i gestori degli spazi teatrali, che devono dividersi il pubblico, ma non riescono a mettersi d’accordo quando organizzano le stagioni? Boh.
Comunque rifletto che in effetti potrei pure evitare di vedere lo spettacolo di Paride, in quanto ho letto una recensione di Gigi Giacobbe: so praticamente tutto pure a che ora finisce lo spettacolo. Grazie a Giacobbe ho evitato di vedere numerosi spettacoli, decido comunque di andare a vederlo, e come sempre, cerco di arrivare con largo anticipo.
Fuori dalla Laudamo ci si conosce sempre tutti, un po’ come fuori dalla scuola: che fai? Che si dice? Tutto apposto? Che facciamo entriamo? Si ok, oppure, no io oggi non entro, poi suona la campanella, tutti buttano la sigaretta ed entrano, io mi siedo sempre all’ultimo posto, come a scuola.
Sulle note di Bruce Springsteen inizia lo spettacolo, Le Gattare Juventine Regia di Paride Acacia, con: Gabriella Cacia e Claudia Zappia, Luci e Fonica: Giovanna Verdelli e Adriana Bonaccorso. Un padre tifoso della juve che sembra sia scomparso nella tragedia dell’Heysel durante la partita Juve – Liverpool, due sorelle in attesa, una che non crede nel suo ritorno ma spera che tornino dei gatti, e nell’attesa gli mangia le scatolette, l’altra invece, tifosa della Juve e di Bruce Springesteen è convinta che sia ancora vivo ma non torna per colpa della sorella, le due non vanno d’accordo all’inizio ma poi le cose cambiano. Tutto ciò mi lascia abbastanza indifferente, non mi dice nulla d’interessante, una storia di cui non riesco a capirne ne il senso ne il perché, nemmeno il messaggio che vuole lasciare, anzi spesso scivola nella banalità. Quello che rimane è un piacevole intrattenimento, reso tale dalle ragazze in scena che comunque se la cavano abbastanza bene, brava Claudia Zappia, ma che ci fa a Messina?
Ci tengo anche a fare i complimenti a Bruce Springsteen scrive delle belle canzoni, sulle luci di Giovanna Verdelli, noto margini di miglioramento rispetto al Tempo della Mela, spettacolo andato in scena sempre alla Sala Laudamo tempo addietro, la strada è quella giusta, me ne compiaccio.
Forse Paride si esprime al meglio negli spettacoli in cui la dominante è la musica, un ambito che padroneggia meglio, che gli appartiene, e di cui è Maestro, come regista teatrale non riesco a vederlo a suo agio, mi farà piacere vedere altri suoi lavori in futuro.
La cosa importante è che si faccia attenzione che non tutto quello che va in scena in Teatro è Teatro, spesso è spettacolo e intrattenimento, ovvero, un’altra cosa. Il Teatro è merce rara, che non tutti coloro che stanno su un palco si possono definire attori, a volte sono dilettanti o allievi, che non tutti quelli che fanno cose sono artisti, ma soprattutto, che non tutti quelli che scrivono recensioni sono critici, a volte, anzi spesso, sono solo Esperti Ignoranti.
Comunque vi chiedo scusa per tutto, avete ragione ok? Arivedecci. In ascolto Dream baby Dream di Bruce Springsteen.

 

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