Il programma di CmdB: “Non una lista della spesa ma una visione condivisa della città e del mondo”

Nuovo primato per Cambiamo Messina dal Basso. È di oggi il programma elettorale ufficiale, il primo ad essere stilato per le amministrative di giugno ormai sempre più vicine. Ecco di seguito la nota integrale.

«In assenza di visione si sta male – scrive Marianella Sclavi – La capacità di elaborare visioni di futuri desiderabili da parte di tutti i cittadini interessati a una determinata situazione o problema, è la premessa e l’humus di una democrazia che funziona bene in ambienti complessi e turbolenti, una democrazia adatta al XXI secolo, di solito chiamata partecipata, ecologica, deliberativa, o anche da alcuni visionari (per esempio Aldo Capitini e Simone Weil) democrazia “per davvero”». Non abbiamo mai pensato ad un programma elettorale come ad una semplice “lista della spesa”. Un programma deve avere anima, incarnare appunto una visione della città e del mondo, e mai può essere neutrale: un programma è sempre “di parte”. Racconta scelte, esperienze, storie. Cambiamo Messina dal Basso, movimento nato dopo le elezioni del 2013, soggetto politico anomalo nel panorama cittadino, ha scelto di presentare alle prossime amministrative una propria lista, in coalizione con le altre esperienze a sostegno del sindaco Renato Accorinti.

Il nostro programma ufficiale è dunque quello del nostro candidato, frutto della sintesi delle porzioni di cittadinanza che le tre liste rappresentano, e fondato sui principi-chiave che ci ispirano sin dal 2013. Abbiamo il desiderio, e forse anche il dovere etico, di raccontare alla città una visione condivisa figlia delle nostre assemblee, erede delle nostre sintesi, frutto dell’ascolto delle persone che incontriamo da cinque anni a questa parte. Le parole chiave esprimono ciò su cui abbiamo finora lavorato, ma anche ciò su cui dobbiamo e vogliamo continuare a lavorare: sono i beni comuni (materiali e immateriali) e gli spazi da recuperare (con un necessario perfezionamento della mappatura dei beni immobiliari e delle relative proprietà, con il recupero e la valorizzazione di luoghi significativi come la Casa del Portuale, l’Ex Macello, etc.); i servizi pubblici essenziali (trasporto, acqua, rifiuti, sanità, etc.); gli spazi verdi (per bambini e non solo); il diritto alla casa;  il rapporto col paesaggio e col mare (con attenzione particolare a marittimi e pescatori, e con la possibile creazione di un mercato ittico comunale) e in particolare la liberazione del fronte mare; il turismo sostenibile; la cultura e la scuola, con la possibile istituzione di un “assessorato al centro storico”, la creazione di nuove agenzie educative sul territorio (biblioteche, spazi espositivi, centri sociali di quartiere), il recupero di beni culturali e paesaggistici (Museo, Circuito dei Forti, etc.), la valorizzazione del Pilone, l’arte di strada, il lavoro sull’edilizia scolastica, la lotta per i diritti di studenti e docenti; un’urbanistica che impedisca nuove cementificazioni e speculazioni edilizie (“Salvacolline” e nuovo PRG con drastica diminuzione delle cubature), e dia così spazio a nuove aree pedonali e una progettazione eco-sostenibile per la Zona Falcata; ambiente, nuovi stili di vita, salute e benessere (potenziamento della Strategia Rifiuti Zero: no inceneritori, aumento raccolta differenziata, educazione al riuso e al riciclo); creazione di nuovi spazi verdi ed eco spazi urbani con progettazione partecipata; potenziamento dell’adozione di spazi verdi da parte di singoli cittadini o gruppi; creazione di orti sociali e urbani; creazione e valorizzazione del Parco dei Peloritani, di sentieri di trekking e rifugi; utilizzo di energia solare; valorizzazione di economie alternative; contrasto al gioco d’azzardo; politica cimiteriale a cementificazione zero e potenziamento del servizio di cremazione; approcci alternativi alla salute fisica e mentale, educazione alimentare, inserimento di un menu vegetariano nelle mense pubbliche); benessere degli animali (nuove aree di sgambatura, attenzione alla pulizia, creazione di un cimitero degli animali, miglioramento del canile cittadino, contrasto a circhi con animali, corse di cavalli, combattimenti tra cani, creazione di un Ufficio per i diritti degli animali, potenziamento dei mezzi e formazione del personale per migliore tutela degli animali e prevenzione del randagismo, incentivazione dell’adozione di cani e gatti, creazione di un numero verde gratuito per i soggetti coinvolti (Comune, Provincia, Asp, associazioni e Guardie Zoofile, etc.) per contrastare le più frequenti violazione alla legge regionale, regolamentazione e  controllo dell’allevamento di cani e gatti in collaborazione con Asp, Polizia locale, Guardie Zoofile), censimento colonie feline e cani randagi sul territorio, microchip e sterilizzazione e, ove possibile, re-immissione sul territorio); attenzione allo sport e potenziamento dello sport di base e degli sport cosiddetti minori;  mobilità sostenibile (potenziamento trasporto pubblico, Bike sharing, Car sharing, etc.); contrasto all’oligopolio delle compagnie di navigazione e possibile creazione di una flotta comunale; attenzione agli “ultimi” (attraverso i servizi sociali), creazione di uno sportello dei diritti, potenziamento della Casa di Vincenzo, contrasto alle politiche securitarie e incentivazione di quelle di accoglienza dei migranti (no, ad esempio, ai CIE e agli hotspot, con una spiccata preferenza per il modello SPRAR), politiche di pari opportunità, integrazione e contrasto ad ogni forma di discriminazione; contrasto all’austerity e alla vessazione degli enti locali nelle politiche finanziarie, bilancio partecipativo; sviluppo economico e lavoro; comunicazione frequente con la cittadinanza e pratiche di democrazia partecipativa. Siamo consapevoli che tutti questi progetti – ed altri che hanno fatto e faranno parte della nostra storia collettiva – hanno a che fare con la politica istituzionale, ma ne travalicano i confini riguardando la vita quotidiana di ciascuno di noi. Per questo ci impegniamo a restare in ascolto, a perorare queste cause nelle sedi istituzionali e a fare battaglie culturali nei luoghi e negli spazi della nostra vita di ogni giorno, sapendo che la democrazia rappresentativa richiede il nostro impegno quotidiano. Ma sapendo anche che la democrazia realmente partecipativa, quella profonda e a portata di tutte e tutti, resterà sempre la nostra sfida, il nostro sforzo e il nostro orizzonte.

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