Teatro dei Mestieri: Marco Cavallaro in “una serata…come viene”, l’ironia salverà il mondo?

Di Clarissa Comunale –È senza canovaccio lo spettacolo di Marco Cavallaro, Una serata….come viene, Esagera Produzioni, che compone la rassegna estiva del Teatro dei 3 Mestieri. Con ironia e pensieri sparsi, comicità e travolgente interazione con il pubblico, Cavallaro in realtà propone una soluzione al mondo oggi in rovina, un mondo andato a pezzi come un puzzle dimenticato per strada.
L’imbarbarimento a cui siamo sottoposti deriva, secondo l’attore catanese, da un grande impoverimento linguistico, rivelatore di una realtà imbarazzante, esibizionista e dedita a ciò che appare. Quelle nuove generazioni che si esaltano con il fenomeno Young Signorino, che conta più di 21 milioni di visualizzazioni su YouTube, avrebbero azzerato il processo di crescita della lingua italiana iniziato da Dante con il suo De Vulgari Eloquentia. La povertà di comunicazione che ci caratterizza si esplica solo attraverso messaggi e interazioni tecnologiche che hanno annullato qualsiasi tipo di contatto umano diretto.
È una raccolta di post, annunci, avvisi, cartelli irriverenti ritrovati e ordinati in maniera sparsa ad ispirare Cavallaro che conduce lo spettacolo elencando tutte le possibili banalità quotidiane in cui ci imbattiamo, lasciando l’happening al solo scambio con il pubblico. Dai ritrovamenti di Cavallaro emergono i “poeti notturni” che da una parte si prendono fin troppo sul serio, schiacciati dalle esilaranti risposte dei “poeti di rimando”, nuovi scrittori di una volgarità che oggi parla senza tabù e che è specchio di una realtà dissacrante. L’incomprensione linguistica dimostrata da Cavallaro, però, diventa immediatamente intuitiva ed esplicita nei riferimenti sessuali, ove l’istinto vince sopra ogni cosa e ove la mente tine alta l’attenzione.
Ironico e dalla satira mordente Cavallaro supera il “test delle battute” sottoposto in incipit agli astanti, ma pecca nel finale per i tempi del monologo che fa anche da morale. Convincente e apprezzato il riferimento ai sogni, quale regione incontrollabile del nostro inconscio, è l’unico segnale profondo dell’essenza umana. Il racconto del sogno di un naufragio su una zattera in mare aperto, la tenacia alla sopravvivenza, l’amarezza per non poter rivivere gli stessi sogni, conducono Cavallaro ad un ripensamento non solo della solidarietà umana, ma anche dei rapporti interpersonali, che devono vivere nelle cose più semplici: un abbraccio, un bacio, una parola d’affetto. Ma la domanda è: quante volte siamo capaci di assecondare le nostre emozioni? È così facile condurre un rapporto di qualsiasi natura sulla base degli stereotipi? Probabilmente serve solo essere se stessi e potersi meravigliare ancora una volta di ciò che per caso, fortuna, destino o sfortuna incrociamo sul nostro cammino.

Prossimo appuntamento al Teatro dei 3 Mestieri giovedì 16 agosto con Cuerpo de alma, scritto diretto e interpretato da Donatella Venuti, con Aracadio Lombardo alla chitarra, per una produzione Teatro di Morman, potendo usufruire anche della solita ottima formula dell’apericena a partire dalle ore 20.30

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