L’utilizzo del cocco in arredamento

Il cocco non è solo e soltanto un delizioso frutto esodico dal gusto dolce e rinfrescante e dalle diverse proprietà nutritive. Nel corso degli anni infatti diverse aziende del settore degli arredamenti, e non solo, hanno puntato sulla buccia – o mesocarpo – per realizzare oggetti dallo stile inconfondibile come i tappeti in cocco con logo per aziende.

Pressata, trinciata, macerata e agugliata in tessuti la fibra di cocco diviene un materiale resistente, traspirante, bio, con caratteristiche performative che ne ampliano sempre più i campi d’applicazione: l’industria tessile ci ha già abituato a prodotti che, potremmo definire, etno-chic come tappeti, manufatti, abiti e finanche accessori ma alcuni si stupiranno nello scoprire che, speriamo ben presto, la fibra di cocco diverrà anche elemento strutturale delle nostre abitazioni e delle nostre auto.

La buccia del cocco è apprezzata nella bioedilizia grazie alla sua caratteristica di non schermare il campo delle radiazioni naturali così da poter essere utilizzata per coibentare gli edifici, realizzare pavimenti e pareti divisorie traspiranti, antiallergiche ed ecologiche mentre nel mondo automobilistico le ricerche della Baylor University in Texas puntano a sfruttare le caratteristiche di resistenza, durezza e leggerezza di questa fibra per sostituire, nei rivestimenti interni delle auto, le fibre sintetiche di poliesteri. Una piccola scelta eco-etica rivoluzionaria che permetterebbe, oltre ad un notevole risparmio economico ed energetico, di ravvivare il mercato delle noci di cocco fondamentale per i paesi in via di sviluppo

In molti Paesi africani e asiatici esistono estese piantagioni di palme che servono alla produzione diretta di frutti (datteri, noci di cocco), ma soprattutto per ricavare l’olio di palma, un “grasso” molto utilizzato dall’industria alimentare di tutto il mondo. Quando il ciclo produttivo si esaurisce, dopo circa 70 anni dalla semina, le piante vengono abbattute e i tronchi sono normalmente trattati come un rifiuto da smaltire.

Considerando che ogni anno vengono abbattuti diversi milioni di piante, da più parti si stanno compiendo degli sforzi per cercare di impiegare questo materiale in qualche applicazione industriale (ad esempio nella produzione di compensati) quale possibile sostituto del legno. Quest’esigenza, oltre che da valutazioni di tipo economico, deriva anche da forti pressioni di tipo ecologico che stanno interessando queste piantagioni considerando l’impatto diretto e indiretto che provocano sul territorio.

Ricordiamo innanzitutto che il materiale legnoso ricavabile dai tronchi delle palme non è biologicamente classificabile come “legno” in quanto derivato da piante “erbacee”. A prescindere comunque dalla classificazione botanica, il materiale legnoso derivato dalle palme presenta effettivamente delle specifiche caratteristiche morfologiche ed anatomiche che, conseguentemente, determinano delle proprietà assai diverse da quelle del legno vero e proprio.  Bisogna inoltre considerare che attualmente sono noti circa 200 generi di palme con un numero di specie pari a circa 2500 unità. Le caratteristiche del “legno di palma” possono essere pertanto assai variabili in funzione della specie da cui deriva.

Il cocco, dunque, ha una nuova vita oltre a quella relegata alla tavola!

 

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