Sindacati, si è concluso confronto sul “Salva Messina”: la posizione dell’Orsa

Il sindacato Orsa interviene per alcuni pubblici chiarimenti dopo il terzo incontro con il sindaco De Luca sulla manovra “Salva Messina”.

“In premessa si precisa che, a smentita di quanto frettolosamente pubblicato nei vari profili social, l’ORSA NON HA SOTTOSCRITTO IL “SALVA MESSINA”. Con una nota a verbale (vedi allegato) abbiamo preso atto di quanto discusso e ci siamo riservati l’eventuale condivisione del documento solo dopo la valutazione dell’assemblea dei lavoratori che si terrà lunedì 15 p.v.

 Nel Sindacato di Base decidono i lavoratori, il Segretario rappresenta la loro volontà che appena espressa sarà prontamente comunicata al Sindaco di Messina e a tutte le Istituzioni Comunali competenti.

Il terzo incontro fra le Confederazioni Sindacali e l’Amministrazione Comunale per la valutazione del piano “Salva Messina”, si è caratterizzato per le posizioni assunte al tavolo dalle OO.SS., alcune aperte al confronto, altre avevano deciso prima di entrare. Se il Sindaco fosse rimasto arroccato nelle posizioni dell’11 ottobre, il NO dell’orsa sarebbe stato netto ma nel corso della discussione, proseguita anche dopo l’abbandono del tavolo da parte di due sigle, si sono aperti dei varchi nella posizione, inizialmente rigida, dell’Amministrazione Comunale. In particolare nel piano “Salva Messina” è stato aggiunta “l’attivazione di soluzioni contrattuali per la salvaguardia di TUTTI i posti di lavoro nell’ambito dei servizi comunali, servizi sociali e partecipate” fermo restando la necessità di ridurre di 10 milioni i costi e aumentare le entrate correnti di almeno 10 milioni attraverso il contrasto all’evasione fiscale.

In coerenza con il nuovo scenario si è concordata la proroga del servizio di Casa Serena fino al 31 dicembre 2018 per consentire l’attivazione degli istituti contrattuali volti alla tutela dei posti di lavoro di Casa Serena che nell’incontro dell’11 ottobre erano praticamente persi. Restano confermati i processi di stabilizzazione dei precari e su esplicita richiesta dell’ORSA si è definito nel dettaglio l’aumento delle ore dei dipendenti con contratto part-time, aumento genericamente descritto nella prima versione del “Salva Messina”, ma nel documento definitivo è stato fissato al massimo consentito dai CCNL di settore, in tal modo risultano coinvolti nel Full-Time tutti i lavoratori,  anche i dipendenti a tempo parziale dell’ATM ove il tempo pieno contrattuale è di 39 ore. Nella terza parte del “Salva Messina” è stato modificato il punto 1 che nella versione originaria prevedeva: “Avvio delle procedure di gara per l’individuazione del soggetto privato per la gestione settennale del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti”, progetto di privatizzazione, senza se e senza ma, ampiamente esplicitato nel programma elettorale del Sindaco De Luca. Anche in questo caso l’Amministrazione ha accettato il mezzo passo indietro e il punto 1 è stato così emendato: “ Verifica delle condizioni economiche e finanziarie per evitare l’avvio della gara per l’individuazione del soggetto privato per la gestione del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti”. Non è detto che De Luca abbia abbandonato l’idea di privatizzare, l’ipotesi è ancora attuale ma non è il diktat di prima. Nonostante i significativi passi in avanti in tema di tutela dell’occupazione e di privatizzazioni “tassative”, la rielaborazione del piano di riequilibrio resta foriera di lacrime e sangue, preso atto della drammatica eredità dei bilanci, descritta dal Sindaco in tutte le sedi, non si poteva sperare altro.

Alla luce dei fatti le svolte obbligate restano solo due: dissesto o “Salva Messina”, il resto è demagogia allo stato puro, senza soldi non si canta messa… Continuare a far debiti e nascondere la polvere sotto il tappeto non è il metodo giusto per tutelare cittadini e lavoratori, bisogna porre rimedio adesso che ancora si riescono a pagare gli stipendi, dopo sarebbe troppo tardi.

In buona sostanza il “Salva Messina” propone sacrifici molto simili a quelli previsti dal dissesto che agevola l’estinzione della massa debitoria però  è tassativo nella dotazione delle piante organiche e la messa in mobilità degli eventuali esuberi, tutela in parte l’occupazione stabile ma nessuna tutela è prevista per i lavoratori dell’indotto. Bisogna valutare i dettagli della realtà cittadina per evincere i pro e i contro fra dissesto e riequilibrio, ma una cosa è certa: il Comune non può più circolare con la Ferrari per propagandare benessere e/o falsi risanamenti, piaccia o no, bisogna tornare all’utilitaria con la priorità di gravare il meno possibile sull’occupazione e sui bisogni essenziali”.

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