Risanamento: la Protezione civile dice no alla dichiarazione dello stato d’emergenza

Battuta d’arresto nella corsa al risanamento intrapreso dal sindaco Cateno De Luca. Il capo della protezione civile Borrelli ha spiegato infatti  al sindaco che non ci sono i presupposti dell’immediatezza, invitandolo a seguire la strada di un tavolo tecnico con il ministero dell’ambiente.

A raccontare gli esiti dell’incontro è stato lo stesso sindaco sulla sua pagina facebook.

“Mi sono presentato stamattina al Dipartimento nazionale di protezione civile in via Ulpiano 11 senza un preventivo appuntamento. I commessi mi hanno detto che non si riceve il pubblico senza appuntamento ed io ho ribadito che ero il Sindaco di Messina e che da troppo tempo attendevouna risposta insistendo ad essere ricevuto.

Dopo 10 minuti mi hanno fatto salire al terzo piano, accompagnato dagli assessori Carlotta Previti e Salvatore MONDELLO, e siamo stati ricevuti dal capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli gran persona perbene ed altamente professionale. Borrelli ha affermato che lo stato di emergenza, ai sensi della normativa vigente, può essere dichiarato al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali, oppure per eventi connessi all’attività dell’uomo, che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con immediatezza di intervento con mezzi e poteri straordinari. Può essere dichiarato anche in caso di calamità naturali o gravi eventi all’estero ma comunque riferibile ad eventi non programmabili. Ciò non significa che non sia stato chiarito come le baracche di Messina non siano una condizione emergenziale ma, per la necessità di risanamento degli ambiti si poteva (e doveva!!!) intervenire con una programmazione ordinaria. Il lassismo e l’inerzia hanno determinato una condizione emergenziale che, a causa delle normative vigenti non può essere trattato come evento emergenziale ma, che in realtà, è una condizione emergenziale non affrontabile dalle normative che disciplinano la protezione civile.
In tale contesto si possono invece ottenere i fondi dal ministero dell’ambiente per il risanamento ambientale cioè circa 50 milioni di euroma per il resto ci deve pensare il comune e la regione siciliana oppure una legge speciale dello Stato”.

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