La sfida delle migrazioni: il Cardinale Montenegro non fa sconti (video)

di Frà Giuseppe Maggiore – Sono le 16,20 di venerdì 16 novembre, fra 10 minuti dovrebbe iniziare l’incontro organizzato dall’Ufficio diocesano Migrantes dell’Arcidiocesi Di Messina e l’Associazione di volontariato Piccola Comunità Nuovi Orizzonti, l’auditorium Monsignor Fasola è semi vuoto. L’ospite (si fa per dire perché è di casa) più atteso è il Cardinale Montenegro, guai però a chiamarlo Eminenza, lui è semplicemente Don Franco, i vecchi amici di un tempo lo aspettano per salutarlo, altri attendono lungo il corridoio, lui con la paternità di un vero Pastore dispensa sorrisi e abbracci… finalmente si inizia, mi giro per vedere dove trovare posto e noto che l’auditorium è gremito, la gente sta in piedi, non ci sono più posti.

Dopo aver ascoltato un canto di Pace eseguito dal Coro dell’Ufficio Migrantes introdotto dal Diacono Santino Tornesi a dare i saluti ci pensa Mariella Urzì della Comunità Nuovi Orizzonti che presenta la tematica dell’incontro: La sfida delle migrazioni: “per non essere cristiani a metà”.

Introduce i lavori Lucio D’Amico, capo redattore della Gazzetta del Sud che dopo una breve introduzione presenta un altro ospite altrettanto atteso, il professore Fulvio Vassallo Paleologo giurista, professore di Diritto privato e Diritto di asilo e statuto costituzionale dello straniero presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo. Nel suo intervento vengono messe in evidenza le contraddizioni e le violazioni della Costituzione del nuovo decreto legge sull’immigrazione, parlando degli sbarchi e sottolineando che anche se diminuiti molta gente continua a perdere la vita e  paradossalmente i respingimenti operati dal Governo Italiano in comune accordo con l’ambigua Guardia Costiera libica sono un’azione legale mentre l’essere accoglienti e solidali è diventato un crimine.

Ritornando al decreto legge il giurista palermitano continua dicendo che si sta creando un “diritto speciale” per i migranti, nello stile di qualsiasi dittatura. Assistiamo alla rottura del legame sociale che prima dell’insediamento di questo governo reggeva. Ormai ci si sente legittimati a respingere, a picchiare i migranti e a sfrattarli senza dargli un altro luogo dove dormire. Siamo ormai assuefatti alla violenza, rimaniamo indifferenti a ciò che succede in varie città italiane a danno dello straniero. Avremo fra un po’ più clandestini rispetto a prima e l’impossibilità di espellerli è sempre più una promessa elettorale anziché qualcosa di concreto.

Il professore Vassallo conclude dicendo con fermezza che il problema non è l’immigrazione che in Italia non è così tanta come vogliono farci credere, basta poi leggere il Dossier della Caritas, ma l’ingiustizia.

Sulla stessa linea Don Franco Montenegro che dà un taglio biblico e attuale al suo intervento. Ci commuoviamo per la strage degli innocenti operata da Erode- asserisce il Presidente della Caritas Italiana- ma rimaniamo indifferenti davanti i bimbi morti nel mar Egeo. La storia di Maria e Giuseppe che cercano un luogo, continua. Ancora oggi non li accogliamo… la grotta è il barcone. Siamo cristiani a metà quando non viviamo il Vangelo interamente, quando strappiamo la pagina che non ci piace.

Don Franco precisa che fede significa saper riconoscere Cristo negli altri e non è calcolo. In molti punti del suo lungo e piacevole intervento si sofferma più volte sulla crisi di cuore incapace di abbandono a Dio, incapace di creare rete.

Continua ad attualizzare il Vangelo dicendo: “Quando gli egoismi diventeranno un “noi” le cose cambieranno.  Nell’ultima Cena c’era solo un pezzo di pane, alla fine sul tavolo ci sono tanti pezzetti di pane… ciò che conta è il saper condividere, il sapersi fare come il pane, per niente si dice buono come il pane. Dobbiamo anche noi la capacità di saperci spezzare e donare.

A concludere i lavori in assenza dell’arcivescovo di Messina, Don Giovanni Accola, è l’economista e sociologo Tonino Perna, Docente dell’Università di Messina.

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