M5s: «Cateno De Luca sente il terreno franargli sotto ai piedi»

«Cateno De Luca sente il terreno franargli sotto ai piedi… Lo dimostra in maniera lampante quanto accaduto nelle ultime settimane, con una escalation di gaffe, errori da principiante, battute offensive, continue provocazioni, post puerili e insulti nei confronti di chiunque abbia osato fare opposizione in maniera civile e democratica. Adesso però tutti i nodi stanno venendo finalmente al pettine e tutto l’odio che ha seminato in questi mesi gli si sta rivoltando contro, così come i suoi stessi elettori, stufi di assistere allo show mediatico di un sindaco sempre più nervoso».

Parole dei consiglieri comunali del M5s, che commentano le ultime “sparate” social del primo cittadino e i suoi reiterati attacchi alla stampa e ai rappresentanti del civico consesso: «Quello che è accaduto negli ultimi giorni – spiegano – descrive come meglio non si potrebbe chi è veramente il sindaco di Messina, ovvero un politico di vecchio stampo che gioca a fare l’antisistema. Il suo unico vero obiettivo, come ha ammesso candidamente egli stesso – proseguono i portavoce – è quello di candidarsi alla presidenza della Regione e assecondare la sconfinata ambizione che lo ha portato nell’ultima settimana a disinteressarsi dei problemi della città per fare campagna elettorale itinerante al suo assessore Dafne Musolino, candidata con quello stesso partito che ha compromesso negli anni il futuro di Messina, della Sicilia e dell’Italia intera».

«Dal giorno della sua elezione ad oggi – proseguono i consiglieri – abbiamo assistito a una incessante sequela di promesse mai mantenute e variegati disastri che hanno messo in ginocchio la città, impoverita dal punto di vista economico, sociale, culturale e morale. Basti citare, ad esempio, gli ennesimi tagli alle linee dell’Atm, che hanno “punito” gli stessi abitanti dei villaggi che aveva illuso in campagna elettorale, il flop della raccolta differenziata, che non ha raggiunto gli obiettivi sbandierati ai quattro venti (ma Pippo Lombardo non aveva promesso di dimettersi?), l’aumento della Tari a fronte di una città sempre più sporca o ancora i costi addossati alla collettività con la distribuzione di poltrone e poltroncine a vecchi volti della politica o a membri della sua Fenapi. Ma Messina non è mai stata probabilmente al centro dei pensieri di De Luca, che continua imperterrito a utilizzare la città come una “vetrina elettorale”, aizzando gli animi e cercando in tutti i modi di alimentare il suo consenso con la costante delegittimazione degli avversari, rifiutando qualsiasi forma di contraddittorio. L’ex primo cittadino di Fiumedinisi – concludono i consiglieri – ha fatto però male i suoi calcoli: adesso sono venuti allo scoperto i nervi e gli altarini ed è saltato il banco».

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