“Le catacombe dei Cappuccini” dello studioso Dario Piombino-Mascali: post mortem, intra vitam

Di Clarissa Comunale – Dirige il “Progetto mummie siciliane”, antropologo per National Geographic e ricercatore capo alla facoltà di medicina di Vilnius, eccellenza messinese nel mondo Dario Piombino – Mascali, è autore de Le Catacombe dei Cappuccini. Guida storico-scientifica, edito Kalòs, 2018. Più di una semplice guida, è un testo denso e prezioso che svela tutti i segreti custoditi nelle catacombe palermitane ove lo studioso messinese dal 2007 articola il suo lavoro. Un antropologo, specializzato in paleopatologia, conduce il lettore tra i corridoi della storia sotterranea della Sicilia. Un disseppellitore di vita è Piombino-Mascali che rivela il metodo, le fonti, i racconti, le impressioni di chi si trova davanti la manifestazione della morte nelle “mummie” occidentali religiose e laiche, nobili e bambini, donne e politici, artisti ed intellettuali. Nella presentazione al testo firmata dal compianto Sebastiano Tusa si legge lo straordinario merito di Piombino-Mascali di riportarci dall’Oriente all’Occidente, “mettendo in risalto non soltanto le caratteristiche materiche tra le quali, da fine antropologo, naviga con grande agilità, ma anche il significato storico di una pratica che a lungo ha caratterizzato, seppur in maniera marginale, il modo di trattare i defunti all’interno della nostra civiltà con il consenso della sua matrice cattolica” (p. 13). Il paleopatologo messinese fonde con maestria scienza e storia con precisione chirurgica, donando al lettore i suoi stessi strumenti del mestiere. Sembra di vederlo mentre scende nei corridoi, osserva le salme, ne scruta e ne studia i tratti. Le sue pagine trasudano di passione e dottrina, capace di catturare anche un non addetto ai lavori, grazie alle tessiture dei racconti, dei passaggi, fino ai riferimenti letterari di Guy de Maupassant e di Carlo Levi.
In Le Catacombe dei Cappuccini è possibile comprendere il “valore della morte”, una condizione obbligatoria per tutti gli esseri umani, ma che viene recepita secondo un rispetto per il corpo che per un lasso di tempo – a volte molto breve, come nel caso della piccola Rosalia Lombardo, i cui segreti sono raccontati nella precedente pubblicazione Il Maestro del Sonno Eterno (ed. La Zisa, 2009) – ha custodito un’anima. Tra le righe, in cui affascina la descrizione delle metodologie della mummificazione delle salme, ristagna il rispetto ed il riserbo a corpi senza vita. I resti, post mortem, così, ci introducono, attraverso la ricostruzione biomedica e storica di Piombino-Mascali, intra vitam, tra le viscere e i racconti di un’epoca, di una famiglia, di un’esistenza singolare. Lo studio, che è rivelatore e affascinante così a livello storico così a livello scientifico, è spunto per riflettere sul significato della morte, che non è semplice accadimento empirico, ma “la possibilità più propria, incondizionata, insuperabile” dell’uomo come il filosofo Martin Heidegger scrive in Essere e Tempo: una condizione immanente che incombe, dunque, e che sconquassa, deturpa, determina tutta l’esistenza singolare. Vi è una “cura della morte” nello studioso messinese che pone la sua ricerca in costante dialogo tra cielo e terra, divini e mortali: “vita terrena e vita celeste, insomma, si sfiorano, si toccano, si penetrano, con maggiore o minore intensità” (p.51), ma che, tuttavia, mantengono un mistero, un’indicibilità in grado di lasciare alla morte il grande dubbio sul suo completo disvelamento. È la pietas, infatti, l’unica tonalità emotiva emergente nella ricerca di Piombino-Mascali; quella pietas che non lascia spazio alla commiserazione, né al pianto, ma all’empatia e al silenzioso rispetto per quelle vite così lontane (trattasi di mummie che risalgono ad epoche seicentesche), e che oggi si manifestano in una brutalità che potrebbe incutere, ad un neofita o un turista, timore, ribrezzo, trasalimento. Ma, come scrive Primo Levi in I sommersi e i salvati “la pietà stessa sfugge alla logica. Non esiste proporzionalità tra la pietà che proviamo e l’estensione del dolore da cui la pietà è suscitata”. Evidente e di grande merito il rigore scientifico: Le catacombe dei Cappuccini è un testo disseminato da riferimenti storici particolari, date, eventi, personaggi, che rivelano il racconto puntuale di un’epoca, di una cultura e di una società. Il lavoro condotto da Piombino-Mascali è degno di nota e ci fa scoprire un’ eccellenza che questa città dovrebbe affermare, affinché la ricchezza, che è conoscenza e sensibilità, non stia sottoterra, ma alla luce del sole.

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