Demolito quel che restava di Largo Avignone, polemica a scoppio ritardato

Una parte di essa è stata demolita anni fa. Adesso anche la porzione verso Sud della storica cortina settecentesca di largo Avignone, il rione dove ha vissuto e operato Sant’Annibale, è stata abbattuta per la costruzione di un nuovo edificio che si spingerà verso la Via Cesare Battisti, occupando anche quella porzione di area venduta dal Comune di Messina ai privati (la traccia rimasta di Via Porta Imperiale).

Da diversi anni, però, al netto delle polemiche, la burocrazia è andata avanti e nessun ente pubblico ha manifestato interesse affinchè si potesse recuperare alla fruizione la struttura ormai fatiscente e abbandonata tanto da rappresentare degrado anzichè memoria. Non una targa, non un segnale turistico. Neppure la chiesa messinese ha avuto interesse per quelle facciate evocative della storia di un suo santo.

A risollevare la polemica (che è stata purtroppo superata dagli eventi concreti della demolizione) l’architetto Principato che, come cultore della storia cittadina, rivendica il suo tentativo di salvare un pezzo della memoria collettiva.

“Io l’avevo vincolato nel Piano Regolatore vigente come A1, cioè edificio di interesse storico – documentario dove erano consentite solo la manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione, consolidamento statico e restauro e risanamento conservativo. Assolutamente non era consentita la demolizione. E il Piano Regolatore è legge e nonostante ciò hanno demolito tutto. Io ho la coscienza a posto, ho fatto il possibile e l’impossibile per salvarlo in perfetta solitudine e nel silenzio di tutti”.

Adesso, purtroppo, non resta che osservare lo spazio il “prima e dopo” immortalato dallo storico dell’arte Marco Grassi. (pal.ma)

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