I fedelissimi al comando: il fallimentare “metodo De Luca” sulle partecipate

Peggioramento degli standard o mancato raggiungimento degli obiettivi riguardano praticamente tutti i servizi in città. De Luca non ci arriva, ma per governare una città di rango metropolitano ci vogliono competenze, esperienza, lavoro di squadra, qualità. Togliere manager di livello nazionale dalle partecipate (Foti, Iacomelli, Cipollini) per sostituirli con amici e fedelissimi dell’uomo solo al comando, è un grave errore e un danno alla città. In un anno di governo l’uomo solo Cateno Laqualunque non ha mai avuto il controllo della situazione. Emergenza abitativa: nemmeno sfiorata; trasporto pubblico: affossato; raccolta differenziata: ferma; servizi sociali: allo sbando, coi lavoratori non tutelati. Gli errori del piano finanziario della città sono marchiani (lo dimostra plasticamente l’ordinanza sui rimborsi chilometrici della Regione ad ATM); le valutazioni sbagliate negli atti, molte e ripetute. Un record assoluto di errori e obiettivi mancati, per uno che il Sindaco (non) lo sa fare!

MessinaServizi, per esempio. I recenti interventi di Lombardo sugli straordinari aziendali e sui rifiuti ingombranti danno segno il segno del metodo approssimativo e arrogante imposto da De Luca e dimostrano che il Presidente non è all’altezza di gestire un’azienda di grandi dimensioni. Sugli straordinari Lombardo non dice l’unica cosa che potrebbe, ossia che su 800.000 ore lavorate nell’azienda, 21.000 sono il 2,6%: un margine tutto sommato fisiologico, chiudendo lì il discorso. Invece ricicla argomenti noti da anni: personale, parco-mezzi, un territorio più vasto di Milano, una discarica a 125 km dalla città… cose che il Presidente e il Sindaco conoscevano ben prima di “scalare” l’azienda. Prima di fare promesse mirabolanti. Prima di licenziare un direttore generale che quelle promesse avrebbe potuto mantenerle. Lombardo afferma che tre anni fa c’erano 550 dipendenti a Messinambiente, ma non dice che circa di questi 50 lavoravano su Taormina. I lavoratori transitati alla MessinaServizi furono circa 480. I circa 60 dipendenti ex-ATO che si aggiungono lavoravano già a Messina con le loro mansioni. La risposta ai problemi strutturali è stata la costituzione di una nuova azienda in grado di fare investimenti, che De Luca ha trovato in eredità. Se Lombardo avrà mezzi nuovi, lo deve a gare decise e bandite prima di lui. Sui rifiuti ingombranti, poi, la richiesta di intervento del Prefetto è una dichiarazione di incapacità di fatto. A quando l’esercito e i caschi blu? Oggi nell’immancabile post il Sindaco parla di “esternalizzazione” di questo servizio. Ma è previsto nel contratto di servizio? Quali costi ha questa operazione? A carico di chi?

Dopo un anno di gestione fallimentare, gli argomenti stranoti annunciati come novità sono meno di una foglia di fico e non coprono le nudità del re. Nudo per il fallimento e il rinvio degli obiettivi pomposamente promessi ai cittadini, per la protervia di imporre sanzioni sulla differenziata senza precedenti coinvolgimenti e senza fasi di accompagnamento, per l’arroganza di una gestione che in gennaio ha licenziato Aldo Iacomelli: un direttore generale bravissimo, colpevole di aver vinto la sfida lanciatagli presuntuosamente da De Luca, risolvendo prima del termine assegnato l’emergenza-rifiuti di dicembre. Quelli che l’hanno cacciato hanno poi preso in giro la città dichiarando che a giugno avrebbero raggiunto il 65% di raccolta differenziata. Invece non si è fatto un passo avanti rispetto a un anno fa. I fallimenti di De Luca evidenziano la mancanza di una “visione” della città. Manca un quadro di insieme, mancano obiettivi coerenti.

Di fronte a questi dati di fatto, ci aspettiamo che De Luca riservi a se stesso e al suo staff un trattamento più severo di quello adottato verso il DG di MessinaServizi Bene Comune: si auto-cacci anche prima dell’annunciato dicembre 2019. Iacomelli, infatti, l’obiettivo ultimativamente fissato l’aveva raggiunto, lui e i suoi fedelissimi decisamente NO.

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