M5S all’Ars: “La commissione Antimafia apra un dossier sul caso e senta il sindaco Orlando”

De Luca e Schillaci chiedono che il presidente Fava convochi i soggetti interessati e ricordano come i controlli anticorruzione non abbiano funzionato. Trizzino: “Servono norme certe, il disegno di legge di riforma urbanistica attende di essere discusso in aula”.

“La commissione Antimafia all’Ars faccia la sua parte aprendo un dossier sugli arresti al Comune di Palermo”: lo chiede il Movimento 5 Stelle dopo l’inchiesta “Giano Bifronte”, che proietta pesantissime ombre sulla gestione delle pratiche in un settore particolarmente delicato come quello dell’edilizia privata.

I deputati regionali Antonio De Luca e Roberta Schillaci, membri della commissione, hanno presentato una specifica richiesta al presidente Fava. “L’obiettivo è acquisire – spiega De Luca – ulteriori elementi utili ad approfondire la questione. Vanno sentiti in audizione il sindaco Leoluca Orlando, la giunta, i consiglieri comunali, i funzionari e quanti altri possano fornire informazioni per capire meglio con quali anomalie procedurali si sia giunti a quello che potrebbe essere l’ennesimo ‘sacco’ edilizio per Palermo, una piaga che metterebbe ancora una volta la città nelle mani di palazzinari e speculatori, sotto l’ala di politici compiacenti”. 

“Il caso merita un grande approfondimento – aggiunge Schillaci – anche perché è evidente che i controlli anticorruzione al Comune non hanno funzionato. Bisogna verificare se è attuata pienamente la legge anticorruzione e queste verifiche andrebbero fatte anche in altri settori dell’amministrazione comunale e non solo in quello dell’edilizia privata. Probabilmente, verrebbe fuori dell’altro. Il sindaco Orlando si attivi perché se serve purificare determinati settori amministrativi, questo va fatto presto. In mancanza di un’azione concreta, vi sarebbe una ‘culpa in vigilando’ del primo cittadino, al quale dovremmo chiedere le dimissioni immediate”. 

“La storia si ripete – dichiara il deputato regionale Giampiero Trizzinoe il cemento si conferma ‘fil rouge’ capace, come sempre, di attivare la parte malsana della politica palermitana, contro i legittimi interessi di tutti i cittadini e a scapito dell’ambiente. Non c’è dubbio che le regole vadano riscritte, per assicurare una normativa certa e ineludibile ai cittadini di Palermo così come a tutti i siciliani. In tal senso è pronto il disegno di legge di riforma urbanistica, al quale come Movimento abbiamo lavorato incidendo fortemente sul testo finale. Un ddl che non può più attendere e che va sottoposto il prima possibile al vaglio dell’Ars”. 

“Una vicenda grave di corruzione – sottolinea il consigliere comunale M5S a Palermo, Antonino Randazzosu cui occorre che sia fatta chiarezza a tutti i livelli istituzionali. Ringrazio i nostri portavoce all’Ars per avere immediatamente proceduto a portare il caso in commissione Antimafia”. 

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