Banca dati, Le reazioni della politica messinese alla bocciatura del Consiglio di Stato

di Michele Bruno – Non mancano le dichiarazioni e i commenti della politica messinese alla decisione del Consiglio di Stato, massimo organo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nell’amministrazione pubblica, indipendente dal Governo, che ha stabilito l’illegittimità e inefficacia dell’ordinanza del Sindaco di Messina in cui si disponeva la creazione di una Banca dati degli ingressi sullo Stretto, al fine di rendere più intensificati i controlli sui flussi di passeggeri.

Francesco D’Uva, Deputato nazionale in quota M5S, ha affermato “Attenzione a rischiosi passi falsi a Messina. Le esigenze di massima tutela della città rappresentate dal Sindaco sono anche le nostre, su questo non ci piove. Queste urgenze sono sacrosante, ma il metodo è sbagliato. Il sindaco, come tutti noi, vuole fare il bene della comunità. Ma non è onnipotente“. Lo scrive su Facebook Francesco D’Uva, deputato del M5S e questore della Camera. “Non bisogna commettere errori che creano vuoti democratici e isolamento. Bisogna interpretare le misure nazionali nel modo corretto, anche implementandone l’applicazione. Ma garantire la sicurezza dei cittadini non significa sostituirsi alla legge o limitare i diritti delle persone esercitando poteri che non si hanno. Occorre tradurre le buone intuizioni in atti e azioni legittime. Il metodo deve essere diverso, per questo io e la collega Grazia D’Angelo abbiamo formulato delle proposte al Ministero dell’Interno e le comunicheremo a breve“, conclude il parlamentare messinese.

Anche l’Onorevole pentastellato Alessio Villarosa interviene: “Il Sindaco di Messina ritiene di essere al di sopra delle leggi italiane, anzi per alcuni istanti lui stesso crede di essere la legge.

La mia paura è che, in un momento del genere, si usino questi atti di sciacallaggio soffiando sulla rabbia e sulla paura dei cittadini solo per ottenere qualche visualizzazione in più o qualche comparsata sulle reti nazionali, il tutto sarebbe molto triste, se così fosse alla luce della situazione che stiamo vivendo. Questo atteggiamento potrebbe portare il cittadino a non riconoscere la specificità e l’unicità del ruolo delle nostre Forze di Polizia, sminuendone i compiti e il loro sacrificio.

Ritengo che il nostro Governo stia affrontando anche meglio di altri paesi l’emergenza Coronavirus, ogni nostra azione è dettata dal buon senso, dal peso e dalla valutazione di tutti gli interessi in gioco e sopratutto nel pieno rispetto della legge e dei diritti costituzionalmente garantiti.

Non è la prima volta che vengono annullate ordinanze di questo tipo, in quest’ultima assurda e fortunatamente impugnata dal Consiglio di Stato non si tenevano in considerazione i diritti costituzionali garantiti al cittadino né veniva garantito il razionale equilibrio tra i poteri dello Stato e le autonomie territoriali, sanciti dall’art. 95 Cost., cioè quelli di assicurare il mantenimento dell’unita’ di indirizzo politico e amministrativo, nel quadro di unità e di indivisibilità della Repubblica, di cui all’art. 5 della nostra amata Costituzione.

Adesso si cercherebbe anche di far passare il messaggio (di comodo) che l’annullamento sia diretto dal ministro degli Interni Lamorgese quando invece si conosce, ma si evita di dire, che è stato bocciato dal Consiglio di Stato un organo terzo e indipendente che non viene influenzato né dal ministro stesso né soprattutto dalle dirette social. Inoltre solo pochi giorni fa venivano denunciati, con stili pittoreschi, dal sindaco De Luca possibili intrecci e/o accordi nascosti volti a sminuire la sua attività come primo amministratore di Messina, posso garantire che in un momento del genere il Governo è focalizzato su questioni molto più importanti ed urgenti, quindi ritengo che si debba evitare del facile pressappochismo per continuare a lavorare per il bene dei cittadini messinesi, siciliani ed italiani e non per il proprio smisurato ego.”

“Le odierne vicende relative al parere del Consiglio di Stato sull’ordinanza sindacale che interessa le procedure di attraversamento dello Stretto di Messina ci spingono a rivolgere al primo cittadino un sereno ma fermo appello al senso di responsabilità istituzionale e alla ragionevolezza.

In questo momento delicato per la nostra Città, crediamo che servano molto di più, buon senso, serietà e maturità istituzionale. Tante sono le questioni da affrontare, in particolar modo, sono numerose le segnalazioni di famiglie che non hanno ancora notizia sul sistema di erogazione della “Family card” (mentre altri Comuni siciliani procedono a passo spedito), molte sembrano le lacune nel sistema di protezione civile locale (in cui il volontariato, con generosità, sta coprendo le mancanze dei soggetti preposti ad un servizio che si afferma sempre essenziale per il sostegno alla popolazione). Siamo in un momento in cui non si hanno chiare le idee relativamente al campionamento dei tamponi da effettuare, ad una lineare e diffusa distribuzione delle mascherine ai cittadini e, infine, questo è già il tempo in cui – superata la crisi – servirebbe iniziare a programmare la graduale ripartenza della città, stabilendo modi, regole, protocolli e rapporti con le Autorità superiori.

Temiamo che continuando in questo clima di scontro istituzionale il Comune distolga l’attenzione dalla concretezza delle questioni ancora aperte o non affrontate e che, invece, hanno ricadute importanti ogni giorno di più sulla pelle dei nostri cittadini.

Non condividiamo, inoltre, le parole di scherno e di disprezzo per le Istituzioni che sono state proferite in questi giorni e, soprattutto in queste ultime ore, dalle quali prendiamo le distanze.

In un momento di crisi, non è con gli insulti o con l’acuirsi del conflitto istituzionale che si risolvono i problemi della comunità. Ecco perché richiamiamo al senso di responsabilità il sindaco De Luca e lo invitiamo a non proseguire più lungo questa pericolosissima china, invitandolo a rimanere nell’alveo del rispetto di tutte le istituzioni. Ciò al fine di avviare un dialogo franco e costruttivo – se del caso anche duro – che possa garantire alla nostra comunità la dovuta tutela.

Perpetuare in questo atteggiamento può far rischiare a tutti i cittadini messinesi di pagare un prezzo troppo alto. A chi giova tutto questo?

Infine, lo invitiamo ad evitare di invocare ad ogni piè sospinto la sua destituzione. Nessuno in un momento così delicato può sottrarsi all’impegno e alla responsabilità di tutelare la comunità nei modi consentiti dal nostro ordinamento. Soprattutto non possono sottrarsi coloro i quali, nell’ambito delle diverse funzioni, sono stati democraticamente investiti di assolvere al compito più alto: servire la collettività.”

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