Messina, D’Alia su gestione emergenza: ne con Musumeci ne con De Luca, ma…

L’ex ministro D’Alia interviene, facendo ‘ordine istituzionale, proponendo di affidare all’Autorità portuale la sicurezza nello stretto di Messina e ricorda al governatore Musumeci, che ‹‹gli organi di gestione dell’Autorità non possono operare perché la Regione siciliana non ha designato il proprio rappresentante in seno all’organo di gestione››.

‹‹È possibile voltare pagina definitivamente? Penso di sì. Spero di sì. Ne abbiamo bisogno. Oggi più che mai. Siamo a metà del tunnel, se i dati sono veri, e poi dovremo abituarci a convivere col virus nella cosiddetta ‘fase due’. Piangiamo i morti di una strage surreale e i caduti nell’adempimento di un dovere. Tutti senza degna sepoltura. È lecito pretendere da chi ci governa ad ogni livello la stretta osservanza dell’obbligo costituzionale della leale collaborazione? La risposta sarebbe scontata se non assistessimo a polemiche politiche surreali e a infantili scaricabarile come se tutto fosse sempre e comunque colpa degli altri.

L’esempio più attuale è il conflitto tra sindaco, autorità regionale e nazionale. Il governo ha denunciato De Luca per vilipendio delle istituzioni. A ragione, secondo me, indipendentemente dall’esito del giudizio penale. Perché non è consentito a nessuno insultare le istituzioni soprattutto se le rappresenta. Certo, la fila degli indagati dovrebbe essere più lunga, a partire da quanti oggi siedono in Parlamento grazie al costante vilipendio di tutte le autorità democraticamente elette, commesso per un cinico e irresponsabile tornaconto elettorale. Il Governo ha anche annullato la famigerata ordinanza sindacale che regola la gestione del traffico sullo Stretto. Bene, ha fatto bene. Anche se giuridicamente non comprendo perché abbia fatto ricorso a uno strumento eccezionale come l’annullamento governativo nei confronti di un atto ‘inefficace’ per legge. E forse anche ‘inesistente’ perché adottato in carenza assoluta di potere come correttamente dice il Consiglio di Stato nel suo parere. Sarebbe bastato certificarne la inefficacia senza esporre le istituzioni a un lungo logorio mediatico. La risposta la fornisce lo stesso Consiglio di Stato secondo il quale l’annullamento ha uno scopo diciamo così pedagogico. 

Capisco la ragione politica del gesto. Infatti, se il sindaco si fosse limitato a fare ciò che gli compete, senza agitare strumentalmente una ordinanza inesistente, e cioè i controlli sul territorio comunale, magari utilizzando la banca dati come strumento facoltativo di semplificazione dei controlli obbligatori per le legge, ci saremmo risparmiati questa sgradevole pubblicità nazionale. Certo tutto si può dire del sindaco tranne che non sollevi problemi seri nel controllo della pubblica incolumità. Ma le sue buone ragioni sono sempre seppellite dai decibel dei suoi insulti e dalla sua vis polemica.

Eppure il nostro presidente della Regione dovrebbe ascoltarlo, magari facendo esercizio di maggiore pazienza, perché lo stretto di Messina è uno nodo strategico nazionale che va gestito con cura sia ora, che siamo in piena fase di emergenza, che dopo, quando si dovrà ripristinare integralmente la circolazione di persone e merci. E sicuramente non basta da un lato polemizzare con il Governo nazionale e dall’altro introdurre divieti che non siano accompagnati da controlli capillari e efficienti. Né invocare a sproposito i ‘pieni poteri’ in base ad una norma dello Statuto siciliano caduta in desuetudine.

Oggi i presidenti di Regione hanno poteri di coordinamento e di gestione della emergenza, dovuti alle competenze costituzionalmente attribuite loro in materia di sanità e di protezione civile. Basta esercitarli bene.

È lecito sommessamente chiedere a tutti un cambio di passo, un abbassamento dei toni e una azione corale? Penso di sì. Spero di sì. Ad esempio, facendo funzionare la nuova Autorità portuale dello Stretto, i cui organi di gestione non possono operare perché solo la Regione siciliana non ha designato il proprio rappresentante in seno all’organo di gestione. Sarebbe un gesto concreto e utile perché la nuova Autorità dello stretto potrebbe, tra l’altro, svolgere il compito di garantire il transito efficiente e in sicurezza nello stretto di Messina, con il contributo di tutte le istituzioni che sono per legge presenti nel comitato di gestione.

L’Autorità portuale potrebbe essere la sede della leale collaborazione tra Stato, Regioni (Calabria e Sicilia), città metropolitane (Messina e Reggio Calabria) nello svolgimento di un compito che è contemporaneamente di interesse nazionale e locale. Così magari il Comune e la Regione si possono dedicare con maggiore attenzione e senza i fastidiosi clamori mediatici alla cura degli interessi delle comunità di riferimento››.

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