STALLI PER DISABILI: ESTENUANTI TRAFILE E COSTI ELEVATI: FARANDA, “FACILITARE L’ITER A CHI HA UNA VITA GIÀ COMPLICATA”

È l’istanza di una cittadina, madre di un disabile di 42 anni affetto fin dalla nascita da tetra paresi spastica e invalido al 100%, che per rinnovare la concessione del posto auto ha effettuato una lunga ed estenuante trafila, a rimettere in moto la discussione sugli stalli per disabili.

Sono stati, a tal proposito, i Consiglieri comunali Daniela Faranda, Pietro Adamo e Giovanna Crifò a raccogliere l’istanza e produrre un’interrogazione indirizzata a Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale, richiedendo con urgenza la convocazione di una riunione con Dirigente del Dipartimento di Mobilità Urbana e Assessore al ramo. Scopo dell’incontro sarebbe quello di ridiscutere il contenuto della Determina dirigenziale del febbraio 2012, emanata dall’allora dirigente alla mobilità, l’ingegnere Pizzino, nella quale sono stabiliti i criteri di accesso alle pratiche di rilascio dei pass.

Seppure la determina costituirebbe la misura preventiva resa necessaria dalla facilità con cui venivano concessi i pass, per cui ad usufruirne erano poi anche soggetti che non ne avevano pienamente diritto, la cittadina in questione ha lamentato il fatto che l’amministrazione pubblica dovrebbe facilitare i percorsi burocratici a chi ha già difficoltà.

Snellirel’azione burocratica o inasprire la regolamentazione per scongiurare la frode. Le due cose sembrano inevitabilmente entrare in collisione. A che genere si semplificazione, dunque, si potrebbe pensare?

“La signora è stata mortificata dalla nostra burocrazia, ha dovuto prendersi un giorno di ferie, portare suo figlio a dimostrare che la patologia fosse reale”. Così lamenta il Consigliere Daniela Faranda che, già nel lontano 2003, aveva discusso dei criteri contenuti nella determina con l’ingegnere Pizzino. “Sono per la legalità-aggiunge- posto che bisogna accertare le patologie, è necessario, però, rivedere i parametri”.

 

Anzitutto ci si chiede se non sia eccessivo il costo di 150 euro per la posa in opera della segnaletica, che la ditta esecutrice di segnaletica stradale ha accreditato alla richiedente. “Non capisco perché questo pass deve essere pagato 150 euro a vista all’operario- dice la Faranda- Per quelli che hanno disabilità grave, lo stallo dovrebbe essere gratuito”. Per quelli che, invece, hanno disabilità di altra natura, lieve, per cui risulterebbe più che altro una comodità, si può anche richiedere il pagamento al pari di quanto succede, ad esempio, per il passo carrabile. “Tra l’altro sarebbe il comune che dovrebbe intestarsi questa cifra, e non una ditta esterna”.

 

Altra anomalia: i pass in questione avrebbero validità di 5 anni, ma in effetti la norma in vigore vorrebbe che ogni 12 mesi il richiedente comunicasse il persistere dei requisiti. Posto che ogni disabilità ha le proprie caratteristiche intrinseche, sarebbe forse opportuno fare a monte del processo una distinzione tra patologie. A tal proposito si esprime la Faranda: “si può chiedere che il medico vada a casa, ma non si può pensare che una madre possa rinunciare al giorno di lavoro e portare il figlio disabile in giro per la città. Trovo indecoroso che i nostri cittadini portatori di handicap grave siano costretti a dimostrarlo”.

 

In attesa che l’interrogazione venga opportunamente analizzata, la città continua a rimanere una gigante barriera architettonica.(LAURA MANTI)

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