Lipari, assessore De Luca: “I buoni pasto non sono un diritto acquisito. Non saranno le polemiche sui social a farvi ottenere il bonus”. Intanto, i ragazzi della Caritas lavorano senza sosta

di Luana Spanò – La questione buoni pasto infuoca tutta la regione Sicilia. Molti comuni sono fermi al Bando e altri confermano una frenata nell’elargire buoni spesa. Il sindaco di Messina nella diretta di ieri, ha dichiarato: ”Messina è in ritardo, come Catania e Palermo che rinviano gli aiuti a causa della Regione che continua a cambiare criteri e inviare circolari”.

Intanto, Lipari è uno dei primi comuni in Sicilia ad aver effettuato la consegna dei primi buoni spesa in tempi da record. In totale, hanno presentato domanda 900 nuclei famigliari, 770 solo nei primi tre giorni. Questo a causa dei requisiti poco restrittivi indicati per accedere al bonus. Si prevede che prima di domani, domenica di Pasqua, saranno evase tutte le domande pervenute nei primi tre giorni.

I ragazzi della Caritas, addetti alla consegna, lavorano senza sosta, e da oggi avranno il supporto della Protezione Civile. Nonostante questo, è esplosa una polemica sui social da parte dei nuclei famigliari con a carico minori, che auspicavano la ricezione dei bonus prima di tutti gli altri, seppur l’amministrazione ha sempre dichiarato che le domande si sarebbero evase seguendo l’ordine cronologico. In seguito, si sono aggiunte le affermazioni di alcuni cittadini che, quasi con assoluta certezza, hanno dichiarato che anche famiglie che non ne necessitavano, hanno ricevuto gli aiuti alimentari.

Ass.re Tiziana De Luca

In un lungo post che trasuda stanchezza, ma anche delusione l’assessore di Lipari Tiziana De Luca ha scritto: “L’ufficio servizi sociali sta facendo il suo dovere e sta svolgendo un compito delicato ed oneroso, per le scarse risorse umane disponibili,oltre gli orari previsti, e le istanze risultate accolte non lo sono grazie ai social ma secondo i requisiti attestati dai beneficiari.
Chi ha attestato dati non corretti dovrà fare i conti con la propria coscienza e con gli organi preposti alle indagini successive alle verifiche del caso.
Quello che era nato come un contributo alle famiglie, vista l’emergenza covid, si è trasformato sui social in un diritto acquisito secondo criteri mentali individuali e imputando scelte o ritardi a chissà quale oscura motivazione, che non esiste!
Le norme sono norme, le procedure sono procedure ed il tempo è servito per evitare errori, possibili, e garantire la maggior parte.
Il nostro obiettivo era ed è aiutare il più possibile chi ha bisogno e so che lo stiamo facendo con grande onestà e comprensione delle difficoltà esistenti”.

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