Vangelo Ora: lo continuano a chiamare Trinità

di fra Giuseppe Maggiore – Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

Non so a voi, ma a me quelli che mostrano i Testi Sacri presentando un volto di Dio autoritario, vendicativo nei confronti di chi non osserva e rispetta le regole, le norme, i precetti, le tradizioni… mi fanno paura, perché deturpano il vero volto di Dio. Presentano un dio inesistente. Non riesco a pensare a un Dio che sta li a contare i giorni della Quaresima o del Ramadan, o che è li ad osservare se la donna porta il velo o se la gonna è troppo corta sommando i peccati per poi spedirci all’inferno… Abbiamo fatto di Dio un giudice  iracondo, un vigile intransigente, un despota lunatico ed imprevedibile da tenere a bada. Un “dio” vendicativo che ci punisce con malattie e calamità naturali per le nostre malefatte.

Una cosa è certa, a rovinare l’immagine di Dio spesso sono coloro che hanno la pretesa di difenderlo creando barriere e alzando muri per portare avanti delle tesi che forse hanno a che fare con la religione, ma sicuramente non hanno nulla a che vedere con la fede. Il problema sta nel non conoscere Dio che è puro amore, che ama talmente il mondo da offrire il suo unico Figlio e donandoci lo Spirito Santo, in modo da continuare la sua opera di salvezza.

Ci invita ad assumere uno stile particolare, il suo stile, che è comunione, fraternità, relazione, accoglienza… Uno stile che ha un marchio ben preciso e che coinvolge tutti coloro che decidono di iniziare una relazione intima con Cristo, che si fa uno di noi per immergerci in un grande mistero misterioso composto da un solo Dio, composto da tre persone distinte che non si confondono e condividono la stessa natura/dignità divina, che ci insegnano a vivere come comunità, famiglia, fraternità. Da sempre è chiamato e continuiamo a chiamarlo Trinità!

Non si tratta del vecchio film interpretato magistralmente da Terence Hill e Bud Spencer negli anni settanta, ma di un grande Colossal iniziato prima della creazione del mondo e tutt’ora in produzione avendo come protagonisti un Padre che crea, un Figlio che ama offrendosi e lo Spirito Santo, frutto di un amore indescrivibile. Poi ci siamo tutti noi che non siamo delle comparse ma coprotagonisti in questa grande esperienza di amore.

La nostra vita è una chiamata a entrare nel mistero di questa Fraternità, nella conoscenza di questa Famiglia da cui tutti proveniamo.

Mentre la politica, la religione, l’economia… persino gli eventi più drammatici e tristi della vita come una pandemia o la violenza, ci dividono, Dio ci unisce, ci incorpora a se, fa di noi una comunità. Solo se prendiamo coscienza dell’essere uno in Cristo capiremo che la peculiarità di essere cristiani è il saper convivere con chi è diverso da noi, Don Tonino Bello amava chiamare questo modo di vivere convivialità delle differenze.

Gesù propone al povero Nicodemo che conosceva la Scrittura di rinascere a vita nuova, una vita innestata in Lui. Questo significa che ognuno di noi fa parte di una grande famiglia: non siamo più mille o 60 mila o 7 miliardi ma siamo uno. Non siamo più frutto di un’addizione, ma di una moltiplicazione, non più 1+1+1 ma 1x1x1, come suggeriva Don Tonino. Poi mi guardo attorno e noto con amarezza che la divisione prevale sulla moltiplicazione. La morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso dalla polizia statunitense , l’incendio alle barche dei migranti a Lampedusa, le scelte del governo, la morte di un poliziotto a Napoli, la maestra che decide di fare nel palco l’ultima lezione scolastica, la comunione nelle mani…  qualsiasi decisione o evento, dal più importante al più banale ci divide e diventa teatro di violenze verbali e mediatiche.

Dio ama il mondo che egli stesso ha creato, e l’uomo con il suo egoismo, la sua sete di potere, di guadagno lo distrugge, non facendo differenza tra uomo e animali, così come si uccide un elefantessa incinta, si violenta una donna o un bambino, si danno alle fiamme ettari di foresta, si inquinano mari e fiumi… tutto è normale tutto è lecito…

Dio non perde la speranza ancora una volta ci indica la strada della salvezza, il Figlio Gesù. Ciò che ci salva non è credere ad una religione piuttosto che ad un’altra, ma la relazione con Dio, con i fratelli… con ogni fratello. La diversità è ricchezza, il Dio Trino ed Unico ce lo insegna.

A me l’idea di far parte della Trinità  piace tantissimo, mi fa sentire coprotagonista in questo grande spettacolo che è il creato che va amato, servito e rispettato partendo da coloro che lo abitano, ribellandoci ad ogni forma di ingiustizia. Solo con Dio, uno nell’amore e trino nelle persone, l’uomo ritrova se stesso e sa chi è veramente… Proviamoci!

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