Raffineria Milazzo, Floridia (M5S): “Il ministro dell’Ambiente Costa insiste sui limiti per le emissioni”

di Michele Bruno – La senatrice messinese Barbara Floridia (M5S), ha reso nota l’iniziativa del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa per rivedere i parametri di emissioni della Raffineria di Milazzo.

Arriva un’importante notizia dal Ministero dell’Ambiente che, lo scorso 2 dicembre, ha avviato un nuovo procedimento di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) della Raffineria di Milazzo, allo scopo di verificare l’adeguatezza dei parametri riguardanti le emissioni in atmosfera di alcune sostanze inquinanti e per valutare l’eventuale modifica o integrazione degli stessi valori limite di emissione”. Ha detto Floridia.

“Dopo l’annullamento da parte del Tribunale Amministrativo di Catania del Piano di qualità dell’aria adottato dalla Regione Siciliana, la procedura che era già stata avviata non poteva proseguire con riferimento alle cruciali verifiche sulla congruità delle prescrizioni sulle emissioni. 

Un plauso particolare va al Ministero guidato dal Generale Sergio Costa che, grazie alla continua interlocuzione con la sottoscritta, è sempre più consapevole delle condizioni del nostro territorio e che opera al solo fine di salvaguardare la salute dei cittadini residenti nella Valle del Mela. 

La conferma di tutto ciò arriva con questa importante decisione di proseguire con gli accertamenti in questione, affinché sia certo che le autorizzazioni concesse pongano corretti limiti alle emissioni e che queste siano ridotte progressivamente nel tempo”.

A Luglio i lavoratori della Raffineria, riuniti dalle sigle sindacali, avevano protestato contro i limiti alle emissioni. Femca Cisl e Ugl Chimici avevano dato vita ad una mobilitazione, organizzando un’assemblea, per indurre la Regione a rivedere il Piano emissioni. Veniva temuto un rischio per i posti di lavoro e le aziende messinesi ma anche siciliane.

La situazione ha messo contro una parte dei lavoratori e gli attivisti dei movimenti ambientalisti, che invece sono favorevoli al ridimensionamento dell’impatto ambientale dell’impianto milazzese. Per i movimenti si trattava di strumentalizzazione dei lavoratori da parte dei vertici aziendali, perché i limiti erano visti come ragionevoli e in linea con le BAT Conclusions dell’Unione Europea. 

 

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