Lipari, si fermano le ricerche del cane caduto in un dirupo

di Luana Spanò – Si interrompono le ricerche del cane, probabilmente un randagio, caduto in un dirupo sull’isola di Lipari. Le operazioni di soccorso sono state difficili, ma all’appello di aiuto dell’Enpa sezione Isole Eolie hanno risposto in tanti. Una catena umana che si è stretta per raggiungere forse uno dei posti più impervi dell’isola di Lipari. Inizialmente si era fortemente creduto che si trattasse dell’anziano cane Cesare, disperso da qualche giorno per cui era stata fatta una segnalazione. Così in un lungo post l’associazione spiega: “In  merito alla vicenda del cane caduto in un dirupo a Lipari, noi di Enpa, ci sentiamo in dovere di precisare quanto segue, viste le numerose inesattezze pubblicate. Il 24 marzo alle 15:30, una nostra volontaria, segnala l’insistente abbaio di un cane nel vallone sottostante il suo terreno. Su indicazione dei Vigili del Fuoco, immediatamente chiamati, vengono allertati i Vigili Urbani, che arrivati sul posto e non sentendo abbaiare il cane, ritengono di non poter intervenire.

La mattina seguente, il cane ricomincia a lamentarsi.A questo punto, chiamati nuovamente, i Vigili del Fuoco, raggiungono la località e mettono in atto un primo tentativo di localizzazione, battendo i pochi sentieri percorribili e orientandosi solo grazie all’intermittente abbaio del cane, la cui provenienza è però spesso falsata dall’eco che la particolare orografia del luogo, crea.Nel pomeriggio dello stesso giorno, chiediamo aiuto all’Associazione ARE di Lipari, che nella persona del signor Cirino, mette a disposizione la sua competenza ed esperienza nell’utilizzo di un drone di ricerca.

Anche in questo caso, malgrado gli sforzi, il risultato è vanificato, dalla fittissima vegetazione, composta per lo più da enormi roveti che impedisce la vista. Nel frattempo, il cane smette nuovamente di abbaiare. Il 26 mattina alle 8, il signor Cirino si mette nuovamente a disposizione e pilotando il drone, ricomincia il sorvolo della zona. Sempre basandosi solo sull’udito, si circoscrive approssimativamente, la zona di ricerca. Cosi, i Vigili del Fuoco, affiancati dal volontario Angelo Cannistrà, tentano la discesa da un versante, ma devono risalire con un nulla di fatto, nel pomeriggio Angelo insieme ad altri 2 volontari ritorna sul posto e continuano la ricerca. E siamo al secondo giorno. Il 27 ripartono le ricerche. Questa volta un Vigile del Fuoco ed il ns volontario Angelo tentano la discesa da un’altro versante, ma non sempre il cane abbaia con conseguente difficoltà a stabilire la direzione da seguire. Siamo al 28 marzo. Pur di non lasciare niente di intentato, chiediamo, tramite un appello social, fatto dalla dottoressa Gulotta, un aiuto maggiore e più professionale, mentre da parte nostra le ricerche continuano ed Angelo insieme ad un’altro volontario dopo 3 ore di cammino, giungono sul posto in cui si presume ci sia il cane ma ancora una volta le ricerche risultano vane.

In seguito all’appello pubblicato, veniamo contattati dalla signora Fagotto, che grazie alle sue conoscenze e alla sua esperienza, ha ricevuto da parte di 2 speleologi, la disponibilità a venire a Lipari e contribuire alle ricerche. Il 29, i nostri volontari si calano nuovamente e seguendo i consigli telefonici della signora Fagotto, impossibilitata a venire fisicamente a Lipari, ma sempre presente e disponibile, creano dei punti di alimentazione dove si presume possa arrivare il cane attirato dal cibo. In questa giornata ci affiancano altre 2 persone. Una con il proprio cane, mettendolo anche a rischio, visto il terreno in cui ci si muove e uno con la motosega per cercare di aprire un varco a fondovalle. Il 30 arrivano gli speleologi Angelo Leotta e Danilo Salerno, che si calano affiancati dai nostri volontari. E qui siamo all’epilogo.

Il cane non si sente più abbaiare da parecchio e questo, unitamente, su ammissione dei professionisti stessi, alla difficoltà e alla conformazione del territorio rende la ricerca praticamente impossibile. Dopo ore di tentativi, anche gli esperti si devono arrendere. Questi i fatti che si sono svolti in 6 giorni. Non 8 giorni. Il cane, che noi continueremo a chiamare così, non è mai stato visto, solo sentito. Non abbiamo alcuna certezza che sia Cesare e che quindi, il cane caduto nel crepaccio, sia sordo e ipovedente come è normale sia un cane di 14 anni. L’unico indizio, sono le parole della proprietaria, che in un audio ha creduto di riconoscerne l’abbaio. Cesare, mancava da casa da diversi giorni precedenti, ben prima quindi che la nostra volontaria facesse la segnalazione. Siamo piuttosto propensi a credere fosse un randagio, poiché ogni qual volta utilizzavano il richiamo vocale, si azzittiva spaventato.

Abbiamo messo in campo tutte le nostre forze e contattato tempestivamente tutte le autorità preposte. Di certo abbiamo compiuto degli errori, ma mai per negligenza o superficialità nell’affrontare la cosa. Ringraziamo tutti, veramente tutti i privati cittadini che si sono messi a disposizione sia materialmente che con suggerimenti utili.

Ci sentiamo infine di dissuadere chiunque ad addentrarsi in quelle zone senza adeguata conoscenza dei luoghi o dei propri limiti. Luoghi che né Pompieri, né Protezione Civile hanno ritenuto essere in grado di affrontare in sicurezza. Grazie.

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