Finti matrimoni per ottenere la carta di soggiorno, nove condanne

Si è chiuso con nove condanne il processo scaturito  dall’operazione «Zifaf» che ha sgominato una organizzazione specializzata in matrimoni fittizi tra italiani e stranieri, marocchini, algerini e tunisini, scoperta nel dicembre 2020 dalla Guardia di finanza coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina. In carcere erano finiti promotori e  membri di due gruppi criminali, con base a Messina, dediti al favoreggiamento dell’ingresso e della permanenza clandestina di extracomunitari irregolari in Italia. Lo scopo era quello di far ottenere la carta di soggiorno per motivi di famiglia, essenziale per l’ingresso o la permanenza nel territorio italiano oppure per sanare le posizioni di chi era stato colpito da decreto di espulsione.

Ad emettere la sentenza del processo con rito abbreviato è stata il Gup Maria Militello che ha disposto nove condanne che vanno dagli 11 anni e 5 mesi fino ad un minimo di 3 anni e 8 mesi a quanti sono stati conivolti nell’organizzazione che aveva un vero “listino prezzi” per la cerimonia: ogni matrimonio finto costava 10mila euro versati dallo straniero all’organizzazione in contanti o attraverso servizi di Money Transfer, materialmente eseguiti da persone apparentemente non coinvolte nella vicenda ma vicini ai membri del gruppo criminale. Al finto sposo, invece, andavano 2-3mila euro, somme inferiori per intermediari, testimoni di nozze ed interprete.

Questa la sentenza: Angela Augliera 5 anni; Laura Bonaccorso 4 anni e 4 mesi, Abderrahim CherKaoui, 6 anni e 8 mesi, Abderrahim Es Asri 11 anni, 5 mesi e 10 giorni, El Habib Es Asri 3 anni e 8 mesi, Yassine Errouichaq 6 anni, Angela Olivieri 6 anni e 4 mesi, Soussi Kaid Oussama 4 anni, Alessandro Tricomi 6 anni e 4 mesi.

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