Tari 2021, Unione Nazionale Consumatori fa ricorso al Tar di Catania

di Michele Bruno – Ha fatto molto discutere questa estate il caso Tari 2021, che era nato dalla volontà dell’Amministrazione De Luca di aumentare la tariffa per quest’anno. Avevamo ricostruito la vicenda e vi avevamo raccontato come il Consiglio Comunale avesse per due volte (si veda qui) bocciato la proposta di delibera di Giunta contenente il PEF 2021 e come poi fosse stata bocciata anche la presa d’atto ( si legga qui) promossa dal Consigliere Nello Pergolizzi.

Ciò che aveva fatto discutere era la netta volontà del Sindaco Cateno De Luca, anche di fronte al no del Consiglio, di voler approvare l’aumento della tassa, anche con un vero e proprio colpo di mano, con una determina sindacale, quindi con un atto proprio, esautorando le competenze attribuite al civico consesso.

Su questa vicenda entra in gioco adesso anche Unione Nazionale Consumatori, che ha ritenuto di fare ricorso al Tar di Catania a tutela dei consumatori messinesi.

Abbiamo intervistato l’avv. Mario Intilisano, membro del Comitato Direttivo nazionale di UNC e Presidente della sezione di Messina e componente del coordinamento regionale dell’associazione, che sta curando il caso.

L’avvocato tiene a precisare che non è stata fatta molta pubblicità da parte dell’associazione di questo provvedimento.

«Noi – ha spiegato – non siamo soliti diffondere notizie sui nostri ricorsi creando clamore mediatico, infatti va chiarito, noi non facciamo politica. La nostra azione non è contro l’Amministrazione De Luca, ma a difesa dei consumatori messinesi. Avremmo fatto ricorso, se i presupposti ci fossero stati anche verso il Consiglio Comunale».

Siamo stati noi d’altronde che alla scoperta di questo ricorso ci siamo interessati ad ottenere ulteriori informazioni, e l’avvocato ha fornito la sua disponibilità in merito.

I motivi del ricorso sono principalmente due. Uno riguarda la questione di competenze, l’altro proprio l’aumento della tariffa in sé.

«Il Sindaco – chiarisce Intilisano – nel proporre una determina sindacale, avocando a sé la competenza sulla Tari, si è basato su una vecchia giurisprudenza relativa non al tributo Tari, ma alla vecchia Tarsu. Allora si diceva che su qualunque competenza non espressamente attribuita dalla legge, il Sindaco poteva intervenire. Ma per la Tari, la competenza è chiaramente del Consiglio Comunale, l’atto quindi ha un vizio di competenza ed è sostanzialmente nullo».

La tariffa poi è troppo alta.

«L’Autorità ARERA, ha previsto che il massimo aumento della tariffa per i Comuni poteva essere soltanto del 6,6% circa, anzi inizialmente la percentuale era più bassa. L’aggiustamento è dovuto alla pandemia di Covid che ha creato molti problemi agli enti locali. L’aumento della tariffa a Messina invece, secondo quanto previsto dal Sindaco, è del 12,39%. Avremmo impugnato una tariffa tale anche in caso l’avesse approvata il Consiglio». Spiega ancora l’avvocato.

Quest’estate il Sindaco aveva rinviato ad ARERA la responsabilità di approvare l’aumento di tariffa. Attualmente il documento è quindi in attesa di vaglio presso l’Ente. «Al momento non ha efficacia, finché non si pronuncerà ARERA». ha affermato.

«Tuttavia – specifica Intilisano – i tempi di ARERA sono molto lunghi. Qualora il Primo Cittadino possa decidere di chiedere la riscossione del tributo sulla base della tariffa da lui stabilita, noi chiederemo la sospensiva d’urgenza del provvedimento al Tar».

Al momento infatti non è stato chiesto dall’UNC di trattare urgentemente il caso (attraverso una domanda cautelare). Questo quindi verrà discusso nei tempi ordinari. Si tratta principalmente di un ricorso che ha lo scopo di prevenire danni ai messinesi e al Comune stesso.

 

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