Piano di riequilibrio, la delibera della Corte dei Conti sconfessa De Luca

Altro che “complimenti”. Aveva fatto la propria ricostruzione dei fatti l’ex sindaco Cateno De Luca, che subito dopo essere stato ascoltato dai giudici contabili aveva annunciato di aver salvato la città, indicando come unico responsabile di ogni guaio prossimo venturo il consiglio comunale e soprattutto dichiarando di aver ricevuto i complimenti dal tribunale contabile, riuscendo persino a convincere chi non mastica di istruttorie amministrative, che una collegio giudicante possa entrare nel merito politico di come un sindaco amministra una città, facendo addirittura vivi apprezzamenti.

Ma la versione di De Luca è oggi modificata dalle carte: la delibera della Corte dei Conti, infatti, “congela” la decisione su un eventuale dissesto, e “prende atto della volontà del Comune di Messina di esercitare la facoltà di rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale”, rimandando all’adozione di questo da parte del consiglio comunale.

Nella deliberazione numero 24, i dieci giudici della sezione di controllo siciliana della Corte, prendono quindi solo atto del fatto che il Comune abbia richiesto la rimodulazione del riequilibrio e nulla più: nessun “complimento per aver salvato la città” come dichiarato a conclusione dell’istruttoria in cui De Luca, come si legge nel documento della Corte “trasmetteva una memoria, corredata da numerosi allegati, con la quale replicava alle osservazioni del Magistrato istruttore, dall’altra, depositava una nota sottoscritta dal Sindaco, recante menzione della deliberazione della Giunta municipale n. 52 del 31 gennaio 2022, con cui lo stesso manifestava la volontà di avvalersi della facoltà di rimodulazione”.

La realtà è quindi diversa dal racconto di De Luca: nonostante il grande spiegamento di forze dinanzi ai magistrati contabili lo scorso 8 febbraio, con la presenza del direttore generale Federico Basile, della segretaria generale Rossana Carrubba, e  del ragioniere generale Antonino Cama, la Corte prende atto che la stessa amministrazione vuole rimodulare il piano rimodulato, (il famoso “salva messina” i cui artifici contabili sono stati più volte esaltati dall’ex primo cittadino) e scrive: “Allo scopo di ottenere una conoscenza aggiornata della situazione finanziaria del Comune di Messina, si invita l’ente a trasmettere, a corredo del piano rimodulato, ovvero, ove non fosse perfezionato il relativo iter, alla scadenza infruttuosa del termine di legge, una relazione in cui illustrare i dati relativi agli esercizi finanziari 2020 (la cui rendicontazione, nel frattempo, è stata definitivamente approvata con la delibera consiliare n. 2 del 5 gennaio 2022) e 2021 (anche sulla base, eventualmente, delle informazioni di preconsuntivo), e della programmazione triennale 2022-2024, senza trascurare gli aspetti relativi allo sviluppo degli accantonamenti per il rischio da contenzioso e da crediti di dubbia esigibilità, curandosi anche di compilare tutti i prospetti contenuti nello schema istruttorio di cui alla deliberazione n.5/SEZAUT/2018/INPR, rendendo ogni informazione ivi richiesta”.

A quanto pare quindi Cateno De Luca anche per la corte non ha fatto seguire alle parole i documenti richiesti.

Secondo quanto poi emerge dalla delibera il piano rimodulato dal Consiglio comunale, che va votato entro 120 gg. dal 31 gennaio 2022, sarà valutato direttamente dalla Sezione Controllo della Corte dei Conti, senza una preliminare istruttoria presso la Cosfel (Commissione per la stabilità finanziaria degli Enti locali) e precisa che dopo la scadenza di questo termine, 31 maggio 2022, la stessa deciderà definitivamente sul piano di riequilibrio presentato.

Una spada di Damocle per il futuro finanziario della città, che sacrificata sull’altare della prossima campagna elettorale, aspetta il commissario che si troverà tra le carte la delibera “prendi tempo” di una Giunta che non c’è più. (pal.ma)

 

 

 

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