Testimonianze di chi la guerra l’ha vissuta

di Luana Spanò – Tra la gente si assiste allo studio dei più disparati assetti di guerra e di difesa. Tutto il mondo punta cuore, occhi e testa sulla Russia e l’Ucraina, mentre case, scuole, piazze bruciano. Finché lo fa, abbiamo ancora speranza. Mentre ci si chiede quale mano oscura benda soldati che combattono e uccidono in una guerra che non è la loro, dall’altra parte ci si vorrebbe stringere a quella mano che spinge e da coraggio a chi combatte per difesa. A chi decide di restare sotto le bombe per assistere figli bisognosi o genitori anziani. A chi cerca di mettere in salvo i propri cari sui treni della speranza e a chi si mette in viaggio cercando di raggiungere i confini prima dei bombardamenti. Da sempre l’uomo teme la guerra, la fame, la carestia e la morte. Oggi vorremmo un altro mondo per rifugiarsi dalle inspiegabili logiche di guerra. Perché in un conflitto nessuno ne esce vincitore.

Sono centinaia le testimonianze di chi la guerra l’ha vissuta, eppure non sono bastate a evitare un conflitto che non sembra voler indietreggiare.

Riproponiamo la testimonianza di Giuseppe Mollica che a solo 18 anni arriva al fronte e combatte una guerra che consuma i suoi anni migliori. Sopravvive per raccontare ogni giorno gli orrori del secondo conflitto mondiale. Un reduce di guerra che è riuscito a scappare dai lager nazisti e ha attraversato mezza Italia a piedi per tornare a casa, la sua amata Lipari, e riabbracciare la sua promessa sposa.

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